A cura della Redazione

È il Centro Congresso Giovanni XXIII di Bergamo ad ospitare i lavori del 47° Congresso Nazionale dell’AISD – Associazione Italiana per lo Studio del Dolore.

Sabato 21 settembre 2024, dalle 8.50 alle 10.00, un’importante sessione di lavori del congresso vedrà protagonista la dottoressa Annamaria Ascione. Psicologo clinico e fondatrice del Centro di interventi integrati in psicologia clinica “Anima Iris” di Pompei (NA), la Ascione presenterà uno studio di ampio rilievo scientifico, all’interno del suo intervento intitolato “Dolore neuropatico e fibromialgia: un caso clinico”.

“È un autentico onore essere presente tra i relatori come psicologo psicoterapeuta in un congresso medico così importante a livello nazionale. Gli studi sul dolore aprono uno scenario complesso: dolore non solo come ‘dolore fisico e corporeo’, ma anche come ‘dolore mentale’”, spiega la dottoressa Ascione.

Il corpo si trasforma in teatro espressivo di sintomi fisici che la ricercatrice campana definisce, nel suo intervento, come “sintomi di narrazione”: “Attraverso il dolore fisico, il corpo esprime, racconta, narra ciò che la mente non può pensare e la parola non può dire. Il dolore fisico diviene narrazione di storie traumatiche vissute, che ritroviamo attraverso i casi clinici che presento e le narrazioni dei pazienti stessi. Il dolore del corpo “parla” poiché si fa espressione del dolore mentale del soggetto traumatizzato. Quel dolore del trauma vissuto, diviene sintomo di corpo, perché non può trovare un’altra strada per esprimersi. Questo può accadere attraverso qualsiasi area del nostro corpo.  In questa edizione si parla di fibromialgia e dolore neuropatico”, conclude la Ascione.

La cura come speranza trasformativa e il dolore come risorsa e non solo come espressione di sofferenza  sono da sempre al centro delle attenzioni scientifiche e professionali della studiosa: nel suo intervento di sabato 21 settembre, Annamaria Ascione offrirà una profonda lettura della fibromialgia, oggi sempre più diffusa, in termini di “sintomo di narrazione del trauma”, che si integra all’approccio medico tout court, ma non lo sostituisce, come spiega la stessa dottoressa: “Si intende portare avanti una visione più completa del paziente, della sua storia clinica e della sua vita, in un approccio che integri la Medicina Narrativa alla clinica psicodinamica e analitica, per il rispetto e la dignità della sofferenza vissuta da questi pazienti traumatizzati spesso a partire dalla loro infanzia, nonostante i sintomi si presentino in età adulta”.