Il 17 marzo di quest’anno è deceduto Ernesto Bergamasco, 74 anni, pugile di Torre Annunziata che partecipò alle Olimpiadi di Monaco 1972 nella categoria superleggeri.

A fine attività, nel marzo del 1991, Ernesto apre la palestra “Pugilistica Oplonti” nel quartiere Deriver, che presto diventa una fucina per giovani campioni e un rifugio per tanti ragazzi sottratti ai pericoli della strada.

Dopo la sua morte, la palestra rimane chiusa per sei mesi. Poi, il 21 settembre scorso, riapre i battenti per ospitare la nazionale belga di pugilato, allenata da Raffaele Bergamasco, figlio di Ernesto.

Raffaele è stato pluricampione italiano di boxe e poi tecnico di lungo corso per 16 anni prima della Nazionale italiana, e poi giramondo con esperienze di valore e con ottimi risultati, prima in India e attualmente in Belgio.

Dicevamo che la Pugilistica Oplonti, un vero museo di trofei, foto e ricordi del grande Ernesto e di altri campioni, riprende l’attività sotto la supervisione di Raffaele e con la collaborazione dei fratelli Alfonso (medaglia d'argento agli Europei) e Luigi Pinto. Tutto sembra proseguire nel migliore dei modi, poi d’improvviso la “doccia fredda”. Il Comune di Torre Annunziata, proprietario dei locali che ospita la palestra, intima lo sfratto perché la struttura non risulta essere idonea per le attività sportive. E' vero che Pugilistica Oplonti sta lì da 34 anni, ma è altrettanto vero che nel corso degli anni le regole sulla sicurezza sono diventate sempre più stringenti.

Intanto, un altro figlio di Ernesto, Gennaro, ha pubblicato un video su Facebook dove riprende tutte le attrezzature, trofei e foto all’interno della palestra, ed esprime, nel contempo, tutta la sua amarezza per questa decisione, che cancella con un colpo di spugna quello che ha fatto suo padre in mezzo secolo per la sport e per la città di Torre Annunziata.

“Vorrei trovare una giustificazione a tutto questo - scrive Gennaro -. Anche io, come mio fratello Raffaele, provo tanta rabbia e delusione per la situazione che si è venuta a creare, per me inverosimile e incomprensibile. Sinceramente credevo che nella vita esistesse la riconoscenza e il rispetto per chi si è prodigato per la sua città e per lo sport, ovvero mio padre Ernesto”.

Non vogliamo entrare nel merito del provvedimento di chiusura della palestra, sicuramente ci saranno validi motivi da parte del Comune per decidere l’interruzione dell’attività pugilistica, tuttavia occorrerebbe che l'amministrazione comunale oplontina si adoperasse affinché una realtà sportiva qual è la Pugilistica Oplonti non scomparisse dal nostro territorio. Lo deve innanzitutto ad un suo figlio, Ernesto Bergamasco, che tanta gloria ed onore ha dato alla città; ai suoi figli, desiderosi di continuare quello che 34 anni fa ha iniziato con passione il loro padre; ai tanti ragazzi, del passato e a quelli futuri, che attraverso lo sport hanno trovato, e troverebbero ancora, la strada giusta per emergere nella società e per sfuggire ai pericoli della strada.

Un'idea potrebbe essere quella di assegnare alla Pugilistica Oplonti, attraverso la normale procedure della manifestazione di interesse, un bene confiscato alla camorra affinché possa continuare a svolgere l'attività iniziata quasi sette lustri fa da Ernesto.