Gli ultimi episodi di criminalità a Torre Annunziata, culminati con l’esplosione di una bomba carta davanti ad un negozio di corso Vittorio Emanuele nella notte tra sabato e domenica scorsi, hanno visto la presa di posizione dell’Amministrazione comunale e del parroco dei Salesiani don Antonio Carbone, che ha scritto una lettera aperta ai commercianti per invogliarli a reagire di fronte a questi atti intimidatori.
«Il reiterarsi di atti intimidatori perpetrati ai danni di attività commerciali di Torre Annunziata – afferma il sindaco Vincenzo Ascione – sta creando in città un clima di tensione e preoccupazione. L’Amministrazione Comunale, tuttavia, è pronta a reagire con tutti i mezzi a sua disposizione per combattere questi fenomeni di natura criminale. Ancor prima che avvenissero questi gravissimi episodi era stato già programmato un incontro, che si terrà giovedì 25 ottobre, per rinnovare l’impegno del governo cittadino nella lotta alla criminalità, anche con il ripristino dell’Osservatorio per la legalità e la sicurezza. Ci attiveremo - conclude -, inoltre, anche con l’ausilio del presidio cittadino di “Libera”, al fine di organizzare una marcia per urlare a voce alta il disappunto dell’intera comunità nei confronti di tali episodi».
Gli fa da contraltare il presidente del Consiglio comunale, Rocco Manzo, che si dice disponibile a convocare una seduta monotematica per discutere del problema ed inviare al Ministro degli Interni un documento nel quale chiedere un rafforzamento dei presìdi delle forze dell’ordine sul territorio.
Per don Antonio Carbone, «ogni volta che accade un avvenimento del genere i torresi se la prendono con la politica incapace e con i preti taciturni davanti ad episodi del genere. Di una cosa sono certo, che non bisogna temere le parole e le gesta dei violenti, ma il silenzio degli onesti».
Per il parroco «la camorra si sta sfaldando, è ridotta alla fame, ma il ruggito di un leone morente è pericoloso e le gesta ultime che compie sono pericolosissime. E’ il momento di dare un colpo finale all’agonizzante camorra – si legge nella lettera - e c’è poco da sperare che un leone si trasformi in agnello».
Poi avanza una proposta, quella di confessare ai sacerdoti eventuali atti intimidatori subiti: «Denunciare chi estorce fa paura e questa paura è comprensibile. Allora sia il prete a fare l’informativa alle forze dell’ordine. Vi dico che questa proposta concreta ha portato risultati in altri campi, ad esempio di vicini di casa che hanno riportato di episodi di violenza intrafamiliare e poi riferiti dal sacerdote alle forze dell’ordine che hanno aperto l’indagine».
Infine l’accorato appello, citando una celebre frase di Don Peppino Diana: «Per amore dei vostri figli non potete tacere! Vi sono vicino, vi siamo vicini, riprendiamoci la città», ha concluso don Antonio.