All'indomani dell'occupazione simbolica delle stanze del sindaco di Torre Annunziata presso la sede comunale di Rovigliano, nel corso della quale ci sono stati toni piuttosto accesi, con qualche parola di troppo rivolta all'indirizzo del primo cittadino, il Comitato Art. 32 Salute&Libertà che raggruppa i lavoratori (licenziati e in procinto di esserlo) del CMO pubblica una nota con la quale «desideriamo puntualizzare all'intera cittadinanza quanto segue...».
In pratica, i dipendenti della struttura sanitaria privata - 69 dei quali già a casa per la cessazione delle attività della Medicina Nucleare - elencano una sorta di cronistoria dell'intera vicenda, che ha avuto inizio ad agosto.
I PRIMI INCONTRI
«Da allora - scrivono - abbiamo avviato un percorso di lotta per la difesa del nostro posto di lavoro. Abbiamo intrapreso ogni iniziativa che potesse consentirne la conservazione. Nell’ambito di tali iniziative, il 10 agosto abbiamo incontrato i rappresentanti dell’Amministrazione comunale, guidati dal sindaco, Vincenzo Ascione. Abbiamo rappresentato loro, dettagliatamente, la nostra situazione; le problematiche e tutti gli atti che l’hanno generata. Una situazione che ci è sembrata, e continua ad apparirci, quantomeno paradossale. Rispetto a tutto ciò, noi lavoratori avevamo chiesto all’Amministrazione comunale, ma soprattutto al sindaco, in prima persona, di fornire certezze in merito alla vertenza occupazionale».
L'ESPERTO
«Pretendevamo soltanto che il Comune fornisse risposte certe e rapide ai suoi cittadini disperati. Laddove le risposte fossero state negative, le stesse ci avrebbero messo nelle condizioni di maturare, in via definitiva e con largo anticipo rispetto a oggi, che la nostra esperienza con il CMO era cessata. Avevamo dunque proposto al sindaco Ascione di nominare un super esperto, un professionista dalle riconosciute, specchiate e specifiche competenze, che potesse rendere un parere chiaro e illuminato sulla questione CMO. Il sindaco ha raccolto il nostro grido di dolore, impegnandosi al riguardo. Ma ad oggi, ci chiediamo cosa il suo impegno abbia davvero prodotto».
LA NOMINA
«Dopo oltre venti giorni d'attesa, il sindaco ci aveva riferito di aver incaricato, all’uopo, un tecnico. Un avvocato penalista da lui prescelto per fornire una consulenza in merito ad una questione dal chiaro tenore urbanistico/amministrativo. Dopo una serie di incontri, alla presenza anche del predetto avvocato penalista, ci è stato comunicato che, negli atti dell’Amministrazione relativi alla questione, vi erano vizi di forma tali da determinarne la revoca. Abbiamo atteso fiduciosi, quindi, un provvedimento che avrebbe potuto “salvare" il nostro lavoro. Siamo stati ingenui, abbiamo creduto in una plausibile mano tesa del Comune di Torre Annunziata».
LA REVOCA DEGLI ATTI E IL NUOVO ESPERTO
«L’Amministrazione comunale, a firma del sindaco Ascione, ha confermato il provvedimento del quale era stata annunciata la revoca. Per poi comunicarci, successivamente, l'individuazione di un altro professionista incaricato, l’avvocato di Napoli Sabino Rascio, e che questi sta preparando un parere. Stavolta, dopo un penalista, l’Amministrazione ha nominato un avvocato civilista. Intanto noi lavoratori, dopo due mesi di faccia a faccia e continui tavoli tecnici, continuiamo ad aspettare».
LE PERPLESSITA' SUL NUOVO ESPERTO
«Sarà sicuramente molto bravo, non però un esperto della materia. Utilizzando un paragone adeguato a noi, impiegati del comparto sanitario, si potrebbe parafrasare: prima un cardiologo e poi un ortopedico, scelti invece per un problema... neurologico».
LE PROMESSE DISATTESE
«Riscontriamo che in decine di incontri abbiamo ascoltato tante promesse, inutili e dannosi richiami alla tranquillità. Promesse e richiami che, infine, ci hanno fatto sorgere un interrogativo: l’Amministrazione comunale ha davvero avuto la volontà di affrontare il problema? A prescindere della risposta, purtroppo implicitamente chiara, il risultato è che abbiamo riscontrato una sensibilità nei nostri confronti pari a zero! Il lavoro, per il nostro Comune, è una priorità? A noi, sinceramente, sembra proprio di no».
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