«Palazzo Fienga è e resterà il simbolo della legalità, e non tornerà mai al suo passato oscuro di camorra e di morte». Il sindaco di Torre Annunziata, Giosuè Starita, interviene con una nota ufficiale a seguito della notizia del dissequestro di alcuni alloggi all'interno dell'edificio di via Bertone che, lo ricordiamo, fu sgomberato (e posto sotto sequestro giudiziario) lo scorso gennaio mediante una imponente operazione di Polizia. Gli appartamenti in questione, appartenenti a tredici famiglie sfollate, secondo il Tribunale del Riesame di Napoli dovranno essere riconsegnati ai legittimi proprietari/affittuari, in quanto questi non hanno alcun legame con il clan camorristico che per decenni ha fatto del Palazzo il suo quartier generale, e le condizioni strutturali deì locali non sarebbero fatiscenti.
«Quella struttura attualmente è oggetto di due distinti atti di sequestro, notificati agli occupanti e ai proprietari, il 12 e 14 gennaio di quest’anno - spiega Starita -. Il primo è stato reso dal Tribunale Ordinario di Torre Annunziata al fine di prevenire la pubblica e privata incolumità, conseguentemente all’inottemperanza all’ordinanza sindacale di sgombero, per gravissimo pericolo di crolli. Il secondo, reso dalla Direzione Distrettuale Antimafia, che ha inteso sottrarre alla disponibilità degli occupanti un immobile definito ‘luogo di crimine’. Alcuni proprietari hanno impugnato al Riesame solo quest’ultima ordinanza - precisa il primo cittadino -. Con questo provvedimento, emesso peraltro svariati mesi or sono, sono state accolte le loro istanze, relativamente a circa dieci unità abitative. E’ chiaro - prosegue il sindaco - che ciò non inficia il procedimento di confisca della DDA, e non rende disponibili tali immobili, atteso che su questi permane il sequestro del Tribunale Ordinario. In altre parole, ciò non determina la possibilità di rientrare nella disponibilità degli appartamenti. Appare singolare, inoltre, che tale vicenda, consumatasi mesi fa, sia riapparsa all’indomani della visita del ministro Orlando, che ci ha supportati nella nostra volontà di rendere palazzo Fienga presidio di legalità».
Per quanto riguarda il recupero di Palazzo Fienga e la sua riqualificazione, Starita dichiara che non c'è altra soluzione se non quella prospettata proprio in occasione della visita del ministro della Giustizia lo scorso 23 settembre. Ovvero trasformare Palazzo Fienga in un presidio della legalità e della cultura, con la creazione di alloggi per gli ufficiali delle forze dell'ordine, biblioteche, ludoteche e di una sede per i Giudici di Pace.
«La sua destinazione ormai è stabilita - dice Starita -. C’è un’idea progettuale che andrà avanti, anche con le ovvie e naturali variazioni che scaturiranno da un confronto con le forze politiche e con la città, ma indietro non si torna. Laddove c’era un riconosciuto intrico di famiglie camorristiche e altre in qualche modo contigue al ‘sistema’, ci sarà altro. Mi opporrò in tutte le sedi e con tutti mezzi a che questo processo di trasformazione non venga in alcun modo interrotto. Torre Annunziata ha bisogno, oltre che di un lavoro costante e continuo di riqualificazione del territorio, anche di simboli forti e concreti come questo. Palazzo Fienga dovrà diventare Palazzo Siani (in memoria del giornalista ucciso dalla camorra trent'anni fa, ndr), e cancellare nel nome di Giancarlo e di quello di tutte le vittime innocenti di camorra anni di buio e sangue».