A cura della Redazione
Una distesa di monnezza in largo Macello. A Torre Annunziata ritorna lo spettro dell´emergenza rifiuti, che sembrava essere ormai svanito. Facendo un giro in via D´Angiò, la strada che costeggia il Porto oplontino, si notano cumuli di spazzatura che addirittura finiscono per occupare parte della carreggiata stradale. E´ possible trovare di tutto: abiti usati, vecchi divani, frigoriferi, giocattoli, un albero di Natale, materassi, mobili, sedie, specchi, materiale di risulta edile, contenitori di detersivi in plastica. Insomma, un vero e proprio "mercatino" della vergogna. E pensare che a pochi passi dalla discarica abusiva, compare il cartello "Divieto di deposito rifiuti. Zona videosorvegliata". Quella di via D´Angiò, purtroppo, non è l´unica discarica a cielo aperto che si trova in città. Altre sono state segnalate in zona Carminiello, in via Torretta di Siena, e nelle stradine che si snodoano lungo il centro storico. L´arrivo del caldo estivo complica ulteriormente l´emergenza ambientale. Un olezzo insopportabile comincia ad affiorare, con conseguenti problemi di natura igiencio-sanitaria.
La raccolta dei rifiuti nella nostra città va a rilento, soprattutto dopo la chiusura della Cava Sari, la discarica del Parco Nazionale del Vesuvio dismessa per aver raggiunto i limiti massimi di saturazione. Ciò implica che lo sversamento viene effettuato in altri impianti (lo stir di Caivano), dove si dirigono i mezzi della nettezza urbana di buona parte dei Comuni della "zona rossa" che prima sversavano a Terzigno. La stessa situazione critica, infatti, riguarda anche altre città limitrofe, come Torre del Greco.
Intanto, sono stati resi noti i dati della raccolta differenziata nel mese di aprile: il 41 per cento. Mentre restano da distribuire i kit per il "porta a porta" a poco più di mille famiglie.
DOMENICO GAGLIARDI
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