A cura della Redazione
Innanzi ad intere Regioni e Province che stanno vivendo il dramma dello smaltimento dei rifiuti, allordine del giorno, che da tempo sta vedendo proteste, democratiche e proteste violente, con una eccessiva esposizione dellimmagine dellItalia nel mondo tanto che lAssociazione Ambientale G.N.A. (Guardia Nazionale Ambientale) vuole dare un suo contributo di idee al fine di risolvere questo gravissima condizione.
Un po in tutta Italia si stanno raggiungendo livelli elevati di raccolta differenziata, e si stanno quindi producendo notevoli flussi di materiale da riciclare, come carta, plastica ed organico umido.
Di questi materiali, lorganico è quello che presenta le maggiori difficoltà di gestione: ad esempio, la gran parte dellorganico prodotto è portato fuori provincia perché gli impianti di compostaggio locali sono insufficienti e hanno spesso non poche difficoltà operative ed economiche.
Inoltre, il compost prodotto ha una difficile collocazione. Appare quindi lecito chiedersi: ci sono possibilità di smaltimento dellumido alternative al trattamento in impianti di biocompostaggio che tante proteste ha e sta provocando?
In effetti, la soluzione è stata sempre dietro langolo e da decenni, oltre al compostaggio in casa dellorganico umido che è lalternativa migliore ma non sempre praticabile esiste unaltra possibilità: lo smaltimento, sempre in casa, mediante i dissipatori di rifiuti alimentari, detti anche tritarifiuti. Sono, questi, degli apparecchi applicati sotto i lavelli di cucina, che sminuzzano i rifiuti organici (tranne quelli fibrosi, come le bucce di banana) e ne permettono lo scarico nella rete fognaria. Oggi i dissipatori sono presenti nel 55-60 per cento delle abitazioni statunitensi e sono molto diffusi in alcuni Stati, come il Brasile e lAustralia.
In Italia luso dei dissipatori non era ammesso per legge prima del 2002, quando è stato reso possibile da unopportuna modifica legislativa.
Certo, luso di questi apparecchi implica alcuni svantaggi: un esborso economico per il loro acquisto, un aumento dei costi di trattamenti degli scarichi reflui, la necessità di verificare la capacità funzionale della rete abitativa ed urbana. Ma, come visto, i benefici che si possono ottenere sono molteplici, e non sarebbe quindi da trascurare lidea che almeno i territori con pressanti problemi di smaltimento dei rifiuti (vedasi anche il Trentino) promuovessero una sperimentazione su larga scala di questa alternativa, per verificare se essa è in grado di diventare un metodo efficace per la riduzione dei rifiuti e per lo smaltimento della loro frazione quantitativamente più importante.
In questo lintervento degli Enti locali con contributi appositi permetterebbe di concretizzare la soluzione ad uno dei più grandi drammi che sta vivendo lItalia con un conseguente e forte impulso occupazionale.
La Legge riconosce ai dissipatori di rifiuti alimentari la capacità di ridurre i rifiuti, di convogliarli in maniera sicura allo smaltimento nei depuratori che sono già preposti al trattamento della sostanza organica e di non togliere nella realtà, con il loro utilizzo, alcuna privativa allEnte Pubblico Gestore che deve verificare gli impianti, se si tratti dellutilizzo dei dissipatori del 10-15% del bacino di utenza.
Ciò, fra laltro, va anche in direzione di quanto previsto dal Decreto Legislativo 22/97 (Decreto Ronchi), che prevede di favorire tutte quelle azioni che portino alla riduzione delle quantità di rifiuti prodotti oltre che dal loro recupero e utilizzo, tali da non comportare alcun pericolo per la salute delluomo e pregiudizio allambiente.
Il Parlamento Italiano, inoltre, con lart. 25 della Legge 179 del 31-07-02 pubblicata in Gazzetta Ufficiale nr 189 il 13/08/02, ha chiarito che gli scarti dellalimentazione umana possono essere immessi in fognatura se trattati da dissipatori di rifiuti alimentari, questo senza enumerare le varie legiferazioni regionali.
Tutto questo permetterebbe di abbattere notevolmente la quantità di rifiuti organici domestici che sono quelli che arrecano troppe e gravi difficoltà allambiente e le proteste dei cittadini oltre ad un smaltimento ecosostenibile.
Pasquale Di Maria
Vice Comandante Regionale G.N.A.