A cura della Redazione
La discarica di rifiuti nella Cava Sari a Terzigno? E che cimporta, tanto è un problema di quel Comune o, al massimo, di Boscoreale, Trecase e Boscotrecase. E se poi aprono anche la Cava Vitiello, molto più grande della prima? Non ci interessa, la puzza non arriverà mai a Torre Annunziata! A Leopardi vogliono costruire un digestore che tratta rifiuti liquidi industriali ed estremamente nocivi. Fatti loro, ci pensino gli abitanti di Torre del Greco. Il fiume Sarno, ai confini tra Torre Annunziata e Castellammare di Stabia, è da decenni un corso dacqua pieno di micidiali veleni? Il suo disinquinamento è un problema solo di Rovigliano. Il nostro litorale non è più balneabile dal colera del 73 ed è uno dei tratti di costa più inquinati della Campania e dItalia? E che vuol dire, noi destate facciamo lo stesso il bagno e mangiamo con tutta tranquillità, durante lanno, pesci e mitili del nostro mare. Lindifferenza di noi torresi verso le tematiche ambientali, la salute e leconomia della nostra zona è incredibile. Non abbiamo dimostrato nessuna, o quasi, solidarietà concreta e costante ai cittadini dei paesi vesuviani in lotta per evitare che il nostro vulcano diventi unenorme pattumiera. Un Parco Nazionale protetto che, per una decisione scellerata, è stato trasformato in un mega contenitore di spazzatura, a ridosso di popolosi centri abitati. Persone, in particolar modo anziani e bambini, che avvertono continui malori per i miasmi provenienti dalla discarica. Uneconomia in ginocchio, a cominciare dallagricoltura locale per continuare con la ristorazione, il settore alberghiero e i flussi turistici in fortissimo decremento. Per finire con un mercato immobiliare in pieno crollo per la vicinanza al sito dei rifiuti. E che dire del percolato, dellamianto e di chissà quanti altri materiali pericolosi trasportati dagli appositi automezzi, e sversati senza controllo, oppure delle falde acquifere inquinate e del territorio devastato anche dal punto di vista paesaggistico. E questo il tragico scenario al quale stiamo assistendo da almeno un anno, impotenti ma anche indolenti, mentre i cittadini di Terzigno, Boscoreale, Boscotrecase e Trecase protestano, si scontrano con le forze dellordine (con feriti da entrambe le parti), vengono picchiati con i manganelli e alcuni di loro sono stati persino arrestati. E anche vero, però, che diversi facinorosi hanno scelto la strada sbagliata della violenza, ma quando lesasperazione arriva al massimo è elevato il rischio di infiltrazioni da parte di chi vuole cavalcare la protesta o di chi sceglie come mezzo estremo lincendio di autocompattatori e i blocchi stradali. E non bastava la discarica di rifiuti a nord di Torre. Un altro pericolo incombe sul territorio limitrofo al nostro e questa volta la minaccia viene da ovest: il megadepuratore di Leopardi che dovrebbe trattare rifiuti liquidi nocivi. Anche qui ci sono proteste di cittadini, interrogazioni parlamentari, interventi allassemblea regionale ed esposti-denuncia alla Procura della Repubblica per fermare questo altro mostro che, se costruito, insisterebbe su unarea ad alta densità abitativa. Per il momento non è ancora diventato realtà, ma ci sono tutti i presupposti affinché venga realizzato, se non si interverrà in tempo, dopo essere stato rifiutato da altre città. Se a ciò si aggiunge il Sarno-killer ad est ed il litorale inquinato a sud, Torre corre il rischio di essere racchiusa in un quadrilatero della morte dove, ad ogni angolo di esso, cè un nemico della nostra salute, dellambiente e delleconomia della nostra zona. Non dimentichiamo che a questi quattro aggressori che abbiamo creato noi, ce nè un altro, ancora più terribile, che ci ha dato la natura e cioè lo sterminator Vesevo. Insomma, cosa dobbiamo fare, augurarci che Dio ce la mandi buona oppure mobilitarci per respingere loffensiva dei quattro cavalieri dellapocalisse che sono alle nostre porte? La risposta è retorica ed è indubbiamente quella di far scendere finalmente in campo anche la nostra città, con i suoi abitanti ed amministratori, per far sentire la nostra voce e la protesta di chi rifiuta questo stato di cose.
SALVATORE CARDONE
(da TorreSette del 22 ottobre 2010)