A cura della Redazione
Dopo le ulteriori conferme del Governo, in merito alle discariche a Terzigno, la situazione nel Vesuviano è sempre più incandescente. La giornata del 22 ottobre è stata per certi versi paradossale. Mentre a Torre Annunziata si celebrava la processione in onore della Madonna della Neve, a pochi chilometri di distanza, ancora una volta, si lottava per il diritto alla vita. Forse la nostra città, e con essa la sua popolazione, non riesce ancora a comprendere ciò che poco più a monte sta succedendo. Eppure la situazione è evidentissima. Durante la processione, una delegazione del comitato "Mamme Vulcaniche", o sarebbe più opportuno definirle "Mamme coraggio", per la lotta che conducono per il l bene dei loro figli e per amore nei confronti del loro territorio, ha cercato in qualche modo di sensibilizzare anche il popolo torrese chiedendo, nel discorso tenutosi in piazza Ernesto Cesàro, alla gente di unirsi alla lotta comune dei paesi vesuviani. Alla processione presenti anche i sindaci dei paesi in lotta, che hanno espresso tutto il loro dolore per le scelte scellerate ribadite dal Governo BErlusconi.
Intanto a Terzigno la giornata è trascorsa, per un certo verso, in modo tranquillo. Tutte le vie di comunicazione con la discarica risultano bloccate, tant´è vero che riescono ad arrivare allo sversatorio della Sari solo una ventina di compattatori, senza non pochi problemi con i manifestanti. Poi una calma apparente. Tra le strade si rinforzano le barricate. Via Panoramica è un autentico campo di battaglia. Dalla rotonda di via Panoramica ai Passanti non si passa. I mezzi incendiati sono stati usati come materiale d´ostruzione. Dalla rotonda a salire, verso la strada dei ristoranti, ha inizio un nuovo fronte di lotta. Si diffonde la notizia che gli autocompattatori debbano transitare per Torre Annunziata nord. Si abbattono pini secolari, si cospargono le strada con olii esausti e con grosse pietre. Cala la sera. Alla polizia si sono affiancati i carabinieri con i loro blindati
con tanto di rostro. Fino alla mezzanotte sembrava tutto tranquillo, ma era solo apparenza. Comincia la battaglia. Un primo lancio di pietre seguito poi da potenti petardi, ed ecco la carica delle forze dell´ordine con un fittissimo lancio di lacrimogeni. La folla si disperde, ma la protesta non tende a lasciare il campo di battaglia. E´ l´ennesima notte d´inferno a Boscoreale tra cariche, bombe carta che scuotono il sonno dei pochi abitanti che ancora riescono a dormire. La situazione è insostenibile. Ci si interroga sul perché si sia
arrivato a tanto, sul perché di una decisione, l´apertura ormai prossima di cava Vitiello, così scellerata in un momento così delicato. Qualcuno, qui nel Vesuviano, attende ancora delle risposte e non
considera affatto la questione chiusa e che tutto si possa risolvere in 10 giorni, come ha detto il Premier. Resteremo a vedere, l´ennesimo giorno d´inferno è già passato.
V.M.