Chiude il Bar Ghezzi a Torre Annunziata, un bar storico della città oplontina.
I meno giovani ricorderanno sicuramente Renato Ghezzi, un giovane calciatore nato a Rho nel 1916 e approdato negli anni ’40 a Torre Annunziata, dopo aver militato in serie B con squadre come Alessandria e Brescia. Dopo il conflitto mondiale scese di categoria giocando in serie C con il Gladiator di Santa Maria Capua Vetere, con cui vinse il campionato. L'anno seccessivo giocò di nuovo in serie B nella neopromossa Torrese (poi Savoia) di Torre Annunziata, dove rimase per due stagioni (1946/47 - 1947/48), giocando in coppia prima con Rossi e con D’Avino.
Fu allora che ebbe l’idea di aprire una caffetteria in corso Vittorio Emanuele III, nei pressi della Chiesa del Carmine, nel pieno centro storico di Torre Annunziata. Fino agli anni ’70, fu il punto di riferimento di molti sportivi, prima, e di amanti del gioco della carte, poi. Infatti il salone del bar era sempre affollati da persone dedite a giocare a tressette, scopa, briscola, scala 40. Ma era anche l’unico bar, insieme al Bar Stella di piazza Cesàro, ad avere le cabine telefoniche per dare la possibilità a molti di contattare parenti e amici in tutta Italia e all’estero, quando ancora non tutti avevano il telefono a casa e quando non esistevano ancora i telefoni con le gettoniere.
Verso la metà degli anni '70, quando Ghezzi lasciò la gestione, il bar venne rilevato da imprenditori torresi (1978) che lo gestirono fino alla metà degli anni 2000, quando poi vi subentrò l'attuale gestore, Gerardo Fiorillo. Con la nuova gestione venne rilanciata l’attività della Caffetteria. Il nuovo titolare diede luogo ad una serie di iniziative, quale ad esempio l’utilizzo nei mesi estivi dell’area tra le scale della Discesa Equipaggi, a pochi metri di distanza dalla Caffetteria. Purtroppo, dopo alti e bassi, Fiorillo oggi ha gettato la spugna.
“All’inizio le cose sono andate benino – commenta – ma con il passare degli anni, e nonostante i miei sforzi, la gestione è diventata sempre più insostenibile. Fino ad arrivare ad un punto di non ritorno, così ho deciso di chiudere l’attività”.
Fiorillo ce l’ha un po’ con tutti: “Sono deluso dalla gente e dai miei stessi colleghi. Ma anche con le Istituzioni che di fatto hanno avallato questa divisione tra Torre nord e Torre sud. Qui i servizi ed i parcheggi sono inesistenti e diventa difficile anche fermarsi con l’auto per prendere un caffè. Senza parlare, poi, dei proprietari dei locali commerciali. Nel tratto di corso tra piazza Cesàro e la Chiesa del Carmine ci sono decine di negozi chiusi. Ebbene nonostante questa desolante situazione, questi signori pretendono canoni esorbitanti, scoraggiando qualsiasi nuova iniziativa imprenditoriale”.
Conclusioni amare quelle di Fiorillo. “Questa città è ormai destinata a morire – conclude - ed il funerale ci sarà nel giorno in cui aprirà il Centro commerciale di via Plinio”.
Resta l'amarezza di vedere le saracinesche chiuse davanti ad un bar che per circa 70 anni ha servito generazioni di clienti.