Tensioni tra i lavoratori della Prima Vera, società a capitale completamente pubblico che si occupa della gestione integrata dei rifiuti a Torre Annunziata.

Nata nel 2013 ma diventata pienamente operativa nel 2014, con gli anni la società ha visto ridurre progressivamente il numero dei dipendenti a causa dei pensionamenti, compensati in parte con nuove assunzioni. Attualmente gli addetti allo spazzamento e alla raccolta dei rifiuti sono 74, cinque in meno dei 79 in organico per il pensionamento di 5 dipendenti. Di questi, 23 più un responsabile sono destinati allo spazzamento delle strade; 2 più un responsabile sono dislocati presso l’isola ecologica; 47 (ma in realtà sono 44 perché 3 dipendenti sono assenti da tempo per motivi vari), di cui due responsabili, per la raccolta dei rifiuti. Competano l’organico 5 impiegati amministrativi.

Ma qual è il motivo delle tensioni all’interno della società? Una prima scintilla che ha messo in agitazione il personale dipendente è scoccata quando si sono diffuse le voci circa una presunta privatizzazione della Prima Vera, in considerazione della scadenza di contratto che la società ha in essere con il Comune, fissata al 31 marzo 2025. Voci poi parzialmente smentite dagli stessi amministratori pubblici con un comunicato.

Ora, invece, la protesta dei lavoratori entra nel vivo perché l’amministrazione comunale, al fine di contenere i costi di gestione della società, ha manifestato la volontà di eliminare il turno di notte (quello effettuato tra le ore 22 e le 6 del mattino) nella raccolta dei rifiuti, o quanto meno, ed è questa l’ipotesi più accredita, lasciare agli operatori solo un’ora di lavoro notturno (dalle ore 5 alle ore 6), equiparando il loro orario a quello degli addetti allo spazzamento delle strade, ovvero dalle ore 5 alle ore 11,20.

Tale decisione tuttavia comporterebbe, per i 47 lavoratori addetti alla raccolta, una decurtazione considerevole del loro stipendio, all’incirca 250 euro netti al mese. Da qui la loro legittima protesta, acuita anche dal fatto di dover svolgere un lavoro con cinque unità in meno rispetto alla dotazione organica.

Accanto a ciò, con l’eliminazione del turno notturno, e con gli automezzi per la raccolta dei rifiuti in giro per le strade della città nelle ore mattutine, ci sarebbero da affrontare seri problemi legati alla circolazione delle auto.

Intanto, mercoledì 26 marzo c’è stato un incontro tra amministrazione comunale e organizzazioni sindacali per discutere della questione. Alla fine è stato deciso di prorogare di qualche mese il contratto con la Prima Vera (è la terza proroga nel giro di un anno, dopo quelle di aprile 2024 dei commissari e di gennaio di quest’anno dell’amministrazione Cuccurullo), mentre nel frattempo si darà luogo a tavoli tecnici per discutere e trovare una soluzione definitiva al problema.

Come contenere la tassa sui rifiuti (Tari)

Come si sa, gli strumenti su cui potere agire per contenere o ridurre la tassa sui rifiuti (Tari) a carico dei contribuenti sono tre: la riduzione dei costi di gestione, l’aumento della base imponibile e una maggiore percentuale di raccolta differenziata.

Partiamo dai costi di gestione. Nell’anno 2024, il turno di lavoro notturno ha comportato un impiego complessivo di 64mila ore lavorative, con un costo per la società di circa 400mila euro l’anno, considerato che la maggiorazione per ogni ora di lavoro notturno è pari a poco oltre 6 euro. La volontà dell’amministrazione comunale è quella di ridurre il turno notturno ad una sola ora per i 47 dipendenti addetti alla raccolta dei rifiuti, il che comporterebbe un risparmio di oltre 250mila euro all’anno.

La riduzione del costo del servizio, però, potrebbe concretizzarsi anche contrastando lo sversamento abusivo di rifiuti inerti e riducendo il numero dei prelievi settimanali dei rifiuti.

Nel primo caso, l’eliminazione degli sversamenti abusivi di rifiuti inerti, ovvero i cosiddetti rifiuti speciali (conglomerati cementizi, calcinacci, macerie, conglomerati bituminosi, cemento, ecc.), porterebbe ad risparmio di costi di circa 100mila euro all’anno! Torre Annunziata, sotto questo aspetto, è diventata una “zona franca”, dove anche chi non è del luogo viene a sversare con tutta tranquillità.

Nel secondo caso, si potrebbe pensare ad un solo prelievo settimanale dei rifiuti inerenti alla plastica e all’indifferenziato, come avviene già per il vetro e la carta.

L’aumento della base imponibile, invece, presupporrebbe iscrivere più contribuenti a ruolo, ovvero cercare di individuare eventuali evasori totali o parziali della tassa. Il vero problema, però, sta in coloro che pur ricevendo la cartella esattoriale non pagano o perché indigenti, o perché non hanno la possibilità economica per farlo, o perché non hanno nulla da perdere. Senza considerare che molte attività commerciali in questi ultimi tempi hanno abbassato la saracinesca e questo vuol dire minori entrate per il Comune. Riguardo all’evasione, molto è stato fatto negli anni addietro, per cui la percentuale di chi non è iscritto a ruolo è oggi veramente bassa, quasi fisiologica.

L’ultimo strumento utilizzabile per abbassare i costi del servizio sarebbe quello di incentivare la raccolta differenziata, attualmente attestata intorno al 55% (nel 2020 era a 59,22%). Qui l’amministrazione comunale finora ha fatto ben poco, se non le giornate ecologiche itineranti organizzate dalla Prima Vera. Invece si potrebbero introdurre le premialità per coloro che conferiscono rifiuti differenziati all’isola ecologica, sia in termini di risparmio sulla Tari che con la consegna di buoni da spendere negli esercizi commerciali della città.

In sostanza, ci sarebbero altre strade da percorrere, anche se più tortuose, per la riduzione dei costi di gestione della società. Ma la volontà dell’amministrazione comunale è quella di scegliere la strada più semplice e immediata, che ha come conseguenza, però, il taglio delle retribuzioni di 47 dipendenti della società.

Un’ultima considerazione: per chi immagina una privatizzazione della Prima Vera per rendere il servizio più efficiente, facciamo notare che per l’anno 2024 la società dovrebbe chiudere con un bilancio in pareggio se non addirittura con un piccolo avanzo di amministrazione. E ciò nonostante l'importo contrattuale per la gestione del servizio che il Comune versa alla società è fermo al 2019.