«Non possiamo lasciarvi soli e voi non potete chiudervi in un isolamento rassegnato». Sono alcuni passaggi della lettera che Don Ciro Cozzolino, coordinatore del presidio di Libera di Torre Annunziata, sta facendo recapitare ai commercianti torresi. L'appello a «fare squadra» contro la camorra verrà consegnato agli esercenti nelle giornate di venerdì 16 e sabato 17 novembre, prima dell'assemblea pubblica convocata per lunedì 19 novembre alla chiesa della Trinità di via Gino Alfani. Un incontro fortemente voluto dal sacerdote per analizzare la grave situazione in cui versa il settore del commercio nella città oplontina, tra crisi economica latente e continui attacchi da parte della criminalità, che da qualche mese sta alzando il tiro prendendo di mira le attività commerciali con attentati dinamitardi ed intimidazioni.
Tuttavia, questo incontro non basta - per Don Ciro - a sensibilizzare gli operatori economici. Occorre parlerne, denunciare, fare «rete», evitare la creazione di «battitori liberi» - così li ha definiti - ossia imprenditori che da soli provano a fronteggiare l'emergenza. Il parrocco della SS. Trinità chiama a raccolta la società civile, l'informazione, i media, le associazioni, le parrocchie, la politica, le forze dell'ordine, i giovani affinché si faccia sistema, si lotti tutti insieme per riaffermare la legalità. «Se il crimine tenta di far valere la legge della violenza e della prevaricazione, l'aggressione al settore del commercio locale - che ha una ovvia ripercussione su tutto il tessuto sociale dei nostri territori - non ci fa guardare con fiducia al nostro futuro», scrive Don Ciro nella lettera indirizzata ai commercianti.
Il sacerdote analizza poi anche le debolezze del settore, in cui «manca una rappresentanza ufficiale e unitaria (il riferimento è alle associazioni di categoria locali, che al momento non hanno rappresentanti eletti, ndr), e ciò non favorisce un colloquio costruttivo e concretamente produttivo fra la vostra categoria, le istituzioni, l'associazionismo e la città».
«Bisogna fare la Storia, qui ed ora - ha detto Don Ciro -, come a suo tempo fece Giancarlo Siani. In tempi di emergenza, è necessario allestire un ospedale da campo (cita Papa Francesco, ndr). Dobbiamo uscire da questo tunnel insieme. Solo così potrà diventare realtà il progetto di un affrancamento reale dalla pressione della malavita. Il "modello Ercolano" (i commercianti taglieggiati hanno denunciato in massa portando a numerosi arresti, ndr) ci insegna che è possibile. Lo dobbiamo non solo a noi stessi ma anche ai nostri figli, costretti a guardare con sfiducia al loro futuro, ad andare via, a lasciare le nostre zone, impoverendo sempre di più le nostre terre, sia di intelletti che di forza vitale».
Da qui l'appello: «Non possiamo lasciare la nostra città nelle mani di un manipolo di criminali. La malavita locale è stata ormai decimata e quasi del tutto debellata da inchieste, arresti e processi. Le bombe carta di queste settimane, contro di voi, sono soltanto il segno di debolezza di gruppi allo sbando. Non siate voi, cedendo al ricatto, a dare loro la nuova forza che cercano. Opporsi, oggi, è possibile. Non sarete lasciati soli!».
L'obiettivo del primo incontro sarà dunque quello di intraprendere un «primo dialogo costruttivo, vero, che porti ad atti concreti», conclude Don Ciro. «Anche voi dovete essere parte attiva di questo cambiamento. Non è semplice, ma lavorando insieme possiamo farcela».
Libera ha messo a disposizione per i commercianti un numero verde (800.58.27.27) al quale ci si potrà rivolgere per denunciare evenutali richieste estorive o intimidazioni, in via del tutto anonima. Una telefonata... per la legalità e la dignità di un popolo. Perché, come diceva Libero Grassi, imprenditore palermitano ucciso dalla Mafia per essersi ribellato ai suoi aguzzini, «Un intero popolo che paga il pizzo è un popolo senza dignità».
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