A cura della Redazione
Una pioggia di milioni per Torre Annunziata. Il 12 settembre scorso è stato firmato in Regione Campania il decreto per la riqualificazione del porto di Torre Annunziata. Trentatrè milioni di euro: a tanto il finanziamento della giunta Caldoro a favore dello scalo marittimo oplontino. Una straordinaria opportunità di sviluppo e rilancio delle attività collegate alla risorsa mare. Dopo un percorso tribolato, con continui intoppi burocratici, la Regione ha dunque dato l’ok al progetto. «Torre Annunziata è tra i Comuni i cui interventi sono stati considerati coerenti in base al decreto regionale n. 70 del 24 febbraio scorso (quella sull’accelerazione della spesa, ndr) - ha commentato con soddisfazione il sindaco Giosuè Starita -. Su 452 istanze risultate idonee, Torre Annunziata è uno dei Comuni che è riuscito ad ottenere il finanziamento». I fondi dovranno essere spesi entro il 2015, pena il ritiro degli stessi. Sarà una sfida alla quale l’Amministrazione e la città non potrà sottrarsi. «Avvieremo i cantieri in contemporanea, in modo da ridurre i tempi degli interventi e rientrare in tal modo nelle scadenze fissate dalla legge», ha dichiarato Starita.
Ma in cosa consiste il progetto presentato dal comune di Torre Annunziata? Innanzitutto il dragaggio del porto (costo previsto circa 10 milioni di euro), indispensabile per il rilancio delle attività dello scalo marittimo, in modo da aumentare il pescaggio delle imbarcazioni fino a 10 metri di profondità e consentire così alle navi di una certa portata di attraccare. Il dragaggio prevede un prelievo di circa 175 metri cubi di sabbia che potrà essere smaltita in piccola parte (15 mila mc) in ambiente costiero all’interno di casse di colmata, e in ambiente sommerso interno al porto. I restanti 160 mila metri cubi di sabbia andranno trasportati a rifiuto, con un costo per lo smaltimento stimato intorno ai 12 milioni di euro.
Il secondo intervento consiste nel completamento della bretella di collegamento porto-autostrada A3, già finanziato dalla Provincia di Napoli e dalla Regione Campania ma successivamente revocato, per la parte di sua competenza, da quest’ultima. Esso prevede l’ampliamento di un tratto di circa 100 metri di via Terragneta e la realizzazione di un nuovo tratto, a ridosso dell’area portuale, che servirà proprio a collegare la zona portuale con le arterie di traffico principali. La realizzazione della bretella è strategica per lo sviluppo delle attività commerciali all’interno del porto oplontino. Attualmente il traffico pesante diretto allo scalo portuale transita per le strade della città , con un grave danno ambientale ed urbanistico. Inoltre, l’altezza limitata dei ponti delle Ferrovie dello Stato rappresenta un ostacolo al passaggio di tir di grosse dimensioni. Quindi è quanto mai necessario realizzare il tratto finale della bretella per collegare la zona industriale con il porto. Un percorso lineare di 1.500 metri, dei quali attualmente solo il 50 per cento è transitabile.
Il terzo intervento consiste nella bonifica della Salera e della strada a ridosso dell’area portuale, che presenta rifiuti per circa 300 metri per un totale di circa 12 mila metri cubi di materiali.. Per la sola bonifica della Salera è prevista una spesa di 450 mila euro, mentre lo smaltimento dei rifiuti in discarica costerà oltre un milione di euro.