A cura della Redazione
La scuola torrese perde una delle sue grandi protagoniste: è morta, vinta dalla malattia, Licia De Bonis, professoressa di materie letterarie nei licei e poi a lungo preside. Al marito, dottor Gaetano Marciano, ai figli Gino e Valeria, agli adorati nipoti Dario, Claudia e Benedetta, al fratello Mario il compito di custodirne la preziosa eredità morale. A tutti loro le condoglianze di TorreSette.
Quando il femminismo era poco meno di un´idea, qui da noi cresceva una generazione femminile fortissima, nei valori e nelle aspirazioni. Licia De Bonis vi apparteneva e in quel gruppo ha sempre occupato un posto in prima fila, un posto guadagnato e non piovuto dall´alto, per grazia ricevuta o per diritto dinastico. Lei, con le altre, aveva fatto in tempo a scoprire quanto fosse limitante la dittatura nella formazione culturale dei ragazzi. Giovani donne allevate da mamme che reggevano le famiglie in un regime di matriarcato destinato a diventare sommerso quando le porte di casa si aprivano. Anche da questo particolare era nata la loro voglia di affermarsi, di conquistare spazi e posizioni fino ad allora nelle mani degli uomini. La scuola fu la prima roccaforte da espugnare. Impresa facile quando il progetto individuale era stato costruito sul sapere: libri divorati con la voracità dei campioni, grandi voti collezionati con lo stesso sottile piacere che procura a un´atleta un nuovo primato. Obiettivi centrati senza che mai la femminilità ne uscisse mortificata, abbrutita. Il concorso vinto praticamente subito, il posto di ruolo, il successo testimoniato da chi fu suo alunno prima e poi suo collaboratore in squadre che tendevano alla perfezione, sono stati tutti successi ottenuti di pari passo con una vita familiare serena: un marito innamorato, due figli venuti su seguendo l´esempio. Ma l´esistenza di Licia De Bonis, la professoressa temuta e la preside rispettata, non è stata una favola. La vita non le ha regalato solo allori e trofei, eppure Lei ha puntualmente reagito: alla sua maniera, lottando e proponendosi sempre come punto di riferimento, appiglio sicuro per tutti. Fino all´ultimo. La memoria le sopravvivrà, onorando anche il ricordo di una generazione indimenticabile.
MASSIMO CORCIONE