A cura della Redazione

Diciassette persone arrestate, di nazionalità prevalentemente filippina, ma anche italiani e un nigeriano al termine di indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Roma per gravi contro il patrimonio e stupefacenti. 

Le attività investigative sono state sviluppate dai Carabinieri della Stazione Roma Piazza Farnese e, nel corso di 5 mesi, hanno permesso di raccogliere gli elementi di un grave quadro indiziario nei confronti di una vasta rete di persone dedite all’importazione e al successivo spaccio di droga, principalmente shaboo. 

Lo stupefacente, proveniente da Paesi asiatici, è una metamfetamina, si presenta in forma cristallina (simile al comune sale da cucina) ed incide sul sistema nervoso centrale in modo devastante. Gli effetti stimolanti sono fino a dieci volte maggiori rispetto alla cocaina ed è capace di azzerare la fame e di non far sentire il senso della fatica anche per 20 ore consecutive.

Gli effetti collaterali sono estremamente pesanti: dipendenza immediata, comportamenti violenti, ansia, insonnia, disturbi della personalità. L’uso prolungato, inoltre, crea danni estetici al volto, fino a sfigurarlo. Il costo elevato, unitamente alla dipendenza praticamente istantanea, fanno sì che i consumatori siano molto spesso anche spacciatori.

Diffusissimo nella comunità filippina ed anche quindi tra colf e badanti di professionisti e imprenditori nella Capitale.

La compravendita dello stupefacente avviene di massima a domicilio, ma ciò nonostante i Carabinieri, nel corso delle indagini, sono già riusciti ad arrestare 30 persone in flagranza per spaccio e detenzione, presso sale slot o VLC (video-lottery), luoghi di ritrovo molto frequentati da stranieri provenienti dall’estremo oriente.

In due occasioni è stato possibile intercettare i corrieri, provenienti nel caso da Modena e da Milano, con cospicui carichi di sostanza stupefacente. Si è accertato che venivano usati metodi ingegnosi per occultare la droga consistenti nell’utilizzo di contenitori muniti di potentissime calamite, per poter essere nascosti all’interno del serbatoio della autovettura o attaccati a parti della carrozzeria.

Il totale dello shaboo sequestrato durante le indagini ammonta a circa 360 grammi (equivalente a circa 3.600 dosi, per un valore al dettaglio di circa 180.000 euro). Inoltre sono state recuperate piccole quantità di altre sostanze stupefacenti (cocaina, speed, hashish e marjuana), oltre a 10.560 euro in contanti, da ritenersi provento dell’attività illecita di spaccio.

Gli arrestati sono stati condotti presso le case circondariali di Roma Regina Coeli, Rebibbia (le donne) e Viterbo, in attesa dell’interrogatorio del GIP.