E’ giunta nella serata di ieri la sentenza sul caso Open Arms: il Tribunale di Palermo ha assolto il vicepremier Matteo Salvini dall’accusa di sequestro di persona e rifiuto di atti di ufficio, per aver impedito lo sbarco di 147 migranti soccorsi dalla ong spagnola nell’estate del 2019, perché “il fatto non sussiste.”

Termina, dunque, una vicenda iniziata nell'agosto del 2019, quando durante il primo Governo Conte si è registrato un braccio di ferro tra Governo e la ong Open Arms, battente bandiera spagnola, che aveva soccorso circa 150 migranti in acque internazionali e chiedeva l'assegnazione di un porto sicuro.

Dopo i primi dinieghi di Italia e Malta, alla Open Arms venne chiesto di andare in Spagna, stato di bandiera della nave. Ma il comandante, considerati i tempi di navigazione e le condizioni di salute dei migranti, ritenne non praticabile la traversata. Con il trascorrere dei giorni ed il decadimento delle condizioni igieniche, il TAR del Lazio sospese il divieto di ingresso ordinato dal Ministro dell’Interno, incarico ricoperto per l’appunto da Matteo Salvini: il Procuratore di Agrigento, dopo un’ispezione a bordo della nave, ordina lo sbarco dei migranti.

Successivamente, la Procura di Agrigento iscrive il Ministro dell’Interno nel registro degli indagati per sequestro di persona e rifiuto di atti d'ufficio.  Il rinvio a giudizio avviene nell’aprile del 2021, a valle dell’autorizzazione a procedere del Senato, e la vicenda passa al Tribunale dei Ministri di Palermo che con la sentenza emessa nella serata di ieri, pone fine al caso.

In realtà, se la vicenda può ritenersi chiusa sotto il profilo giudiziario, sembra quanto mai aperta sotto l’aspetto politico: dai commenti di Tajani e Renzi, da Bonelli al Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, per non dimenticare interessamenti di esponenti come Orban ed Elon Musk, appare esserci nuova linfa per alimentare il confronto sulle politiche migratorie e sul confine, che oggi appare quanto mai fragile, fra magistratura e politica che si presta a riproporre, come sempre più centrale, il tema sulla riforma della Giustizia.