Dopo i primi due casi registrati in Italia, uno a Lucca e l’altro di Cosenza, che hanno interessato due pazienti entrambi guariti, si è manifestato nella giornata di ieri un terzo caso: si tratta di un uomo di 55 anni, rientrato da un viaggio dalla capitale della Repubblica Democratica del Congo, Kinshasa, che, purtroppo, ha perso la vita.

La manifestazione di un febbre emorragica che ha accompagnato l’uomo al decesso, sarebbe compatibile con il virus proveniente dal Congo. Attivato il protocollo di isolamento fiduciario domiciliare per l’unico contatto rintracciato, la Aulss 2 Veneto si è messa subito in contatto con l’Istituto di Malattie Infettive Spallanzani e l’Istituto Superiore di Sanità.

E’ innegabile che la vicenda sembra riportare la memoria a quanto vissuto negli scorsi anni, a seguito del Covid. Secondo le Autorità Sanitarie della Repubblica Democratica del Congo, si tratta di una forma di malaria molto grave, finora non diagnosticata, che ha comportato nello scorso mese di novembre circa 150 decessi. Si tratta di persone molto giovani, anche bambini, della regione sud-occidentale del Congo, area rurale e molto povera dove il contrasto a questa grave forma di malaria si è reso ancor più difficile dalla malnutrizione e dalle difficoltà respiratorie.

In questo contesto bisognoso di aiuto, l’Organizzazione Mondiale della Sanità fa sapere di essere intervenuta fornendo kit sanitari e farmaci antimalarici e, pur in attesa del completamento dei test di laboratorio per definire la natura dei casi, non traspaiono motivi di allarmismi.