Venticinquesimo anniversario della morte di Bettino Craxi, leader del Partito Socialista Italiano e già Presidente del Consiglio.

Ad Hammamet, in Tunisia, dove ha perso la vita, si sono recati sulla sua tomba, a deporre fiori bianchi e rossi, i figli Stefania e Bobo, il presidente del Senato Ignazio La Russa e il ministro degli Esteri Antonio Tajani. A rendere omaggio a Craxi anche tanti amici e simpatizzanti.

La Russa ha affermato che “non sarebbe dovuto accadere che dovesse morire qui in esilio”. Tajani ha ricordato che “Craxi è stato uno dei grandi protagonisti della storia politica italiana del dopoguerra”.

Sulla lapide, nel piccolo cimitero di Hammamet, c’è la scritta “La mia libertà equivale alla mia vita”. Bettino Craxi è nato il 24 febbraio 1934 a Milano ed è deceduto ad Hammamet il 19 gennaio del 2000, all’età di circa 66 anni. È stato segretario del P.S.I. dal 16 luglio 1976 all’11 febbraio 1993 e Presidente del Consiglio dal 4 agosto 1983 al 18 aprile 1987. Inoltre è stato parlamentare per circa 26 anni dal 5 giugno 1968 al 14 aprile 1994.

Processato e condannato per corruzione e finanziamenti illeciti al suo partito, respinse indignato l’accusa di corruzione e per i finanziamenti illeciti dichiarò che i partiti per decenni li avevano ricevuti. Al di là dei giudizi controversi su di lui, è stato il più grande esponente del socialismo riformista italiano  e un patriota “ tricolore”, ammiratore di Giuseppe Garibaldi.