A cura della Redazione

Confisca di numerosi immobili, auto e motoveicoli, opere d’arte, società e conti bancari, per un valore complessivo di oltre 25 milioni di euro ad un faccendiere romano esponente di spicco alla Banda della Magliana e, negli anni '70, vicino agli ambienti dell'estrema destra. Il provvedimento di sequestro è stato eseguito dalla Guardia di Finanza di Roma.

L'uomo era stato incaricato dal capoclan di fungere, da un lato, da trait d’union tra lo storico gruppo criminale capitolino e il mondo economico-finanziario della Capitale; dall’altro, di curare le relazioni con esponenti di “Cosa Nostra" siciliana, con particolare riferimento al boss palermitano a capo del mandamento di Portanuova e storico “tesoriere” della Mafia, presente a Roma sotto falso nome.

Sebbene assolto dalla Corte d’Assise di Roma, nel 1996, nell’ambito del noto “processo alla Banda della Magliana”, nonché da plurime accuse di omicidio (tra le altre quella per la morte di un banchiere), il faccendiere è riuscito nel tempo ad accumulare ingenti fortune, nonostante l’assoluta carenza di fonti di reddito lecite, talora riconducendo la formale titolarità dei beni a compiacenti “prestanome”.

Tra gli immobili sequestrati figurano un’abitazione di assoluto pregio, con vista sulla Fontana di Trevi - di 14 vani e del valore di mercato di circa 4 milioni di euro - e un complesso turistico composto da villette a schiera, fronte mare, nella splendida cornice di Olbia.

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