Accordo raggiunto sul deficit al 2,4 per cento del Pil, dopo un lungo vertice a Palazzo Chigi con Conte, Salvini, Di Maio, Tria e Savona. Al termine del quale, si è svolto il Consiglio dei ministri che ha approvato il Def.
Dunque, sono stati liberati 27 miliardi per la manovra. Alla fine ha vinto la linea del Movimento 5 Stelle e della Lega. La riforma della legge Fornero, il reddito e le pensioni di cittadinanza, i fondi per i risparmiatori colpiti dalle crisi bancarie, gli investimenti e il calo delle tasse per gli autonomi arriveranno tutti nella legge di bilancio e saranno finanziati ricorrendo all'indebitamento.
Il ministro Tria, che in un primo momento si era dichiarato contrario ad un deficit del 2,4 per cento deciso a non superare la soglia dell'1,9 per cento, alla fine si è arreso ma non ha dato le dimissioni come aveva minacciato, convinto anche dal presidente della Repubblica Mattarella, per evitare un'impennata dello "spread" che avrebbe potuto portare il Paese al default.
Ora la parola passa ai mercati.