L'economia italiana va controcorrente e, nonostante la sostanziale tenuta della crescita internazionale, rallenta, rivelandosi l'unico caso tra i Paesi del G7.
La decelerazione era nota, l'Istat ha pubblicato i dati a fine luglio annunciando che nel secondo trimestre dell'anno il Pil è cresciuto dello 0,2% contro lo 0,3% dei primi tre mesi. Ora l'Ocse certifica però che nel gruppo dei grandi di cui ancora il nostro Paese fa parte, tra aprile e giugno tutti hanno mostrato un'accelerazione, addirittura un balzo nel caso di Stati Uniti e Giappone, tranne l'Italia.
Il dato del Canada non è ancora disponibile, ma a guardare gli altri i numeri parlano da soli: gli Usa hanno raddoppiato il ritmo di crescita, passando dallo 0,5% del primo trimestre all'1% del secondo, il Giappone è passato da una crescita negativa dello 0,2% a +0,5%.
In Germania il Pil è salito a +0,5% dal +0,4% di inizio 2018 e nel Regno Unito a +0,4% da +0,2%. Nessuno scossone in Francia, stabile a +0,2%, mentre in Italia si è registrato un rallentamento, per quanto "marginale", come lo definisce l'organizzazione parigina. Nella Nota di aggiornamento al Def che il governo pubblicherà entro settembre, il Ministero dell'Economia è già pronto a rivedere al ribasso le stime fatte nel Def di aprile dall'esecutivo Gentiloni, passando da +1,5% a +1,2% nel 2018 e poi a +1/1,1% nel 2019, come annunciato dal ministro dell'Economia, Giovanni Tria.
Rispetto alla primavera, il vento sembra infatti decisamente cambiato e nuove misure protezionistiche potrebbero ulteriormente danneggiare l'economia italiana, votata, come ha ribadito lo stesso Tria, alle esportazioni.