Due ex concorrenti del Grande Fratello argentino, Martín Ku e Nicolàs Grosman, sono stati travolti da una bufera mediatica – oltre che legale – dopo aver pubblicato un video in cui offrivano opportunità di lavoro in Russia a ragazze tra i 18 e i 22 anni. La proposta – considerata dubbia e sospetta – ha portato alla presentazione di una denuncia alla magistratura da parte dell’attivista Pablo Salum.
“I due ex partecipanti del reality show, che in Argentina va in onda su Telefe, avrebbero promosso un'opportunità lavorativa in Russia specificamente rivolta a giovani donne, offrendo uno stipendio in dollari e suscitando immediati sospetti di collegamenti con reti di tratta di persone – si legge su Fanpage.it -. L'offerta ha generato una valanga di critiche e indignazione sui social media, portando rapidamente alla presentazione di una denuncia formale: ‘Pablo Salum, fondatore della Rete LibreMentes, insieme alla nostra avvocata Milagros Grassi, hanno presentato una denuncia formale affinché si indaghi se dietro l'offerta di lavoro degli ex partecipanti del Grande Fratello, Martín Ku e Nicolás Grosman, potrebbe operare un'organizzazione coercitiva, possibilmente un'organizzazione con legami tra Argentina e Russia’, ha scritto l'account ufficiale della Rete LibreMentes su X. Nella denuncia si fa riferimento alla ‘vaghezza’ degli influencer nel spiegare l'offerta di lavoro e ‘all’approccio selettivo’ dell'età e del sesso delle candidate, caratteristiche ‘tipiche delle manovre di reclutamento utilizzate nelle reti di tratta di persone’”.
Inoltre, la denuncia evidenzia che l’azienda “assuntrice”, denominata “Start”, ha un profilo Instagram creato appena meno di un mese fa (il 28 marzo), e non “verificato” (senza la cosiddetta “spunta blu”), sollevando diversi dubbi sulla sua autenticità.
“È particolarmente allarmante che la presunta ‘proposta di lavoro internazionale' diffusa dai denunciati non richieda alcun tipo di esperienza precedente, formazione accademica, preparazione tecnica o competenze specifiche legate ai compiti generici menzionati (come ‘ospitalità', ‘catering', ‘trasporto motorizzato' o ‘operatore di produzione') – si legge ancora su Fanpage.it -. La totale assenza di requisiti lavorativi oggettivi contrasta con la precisione del profilo richiesto per accedere a questa presunta offerta: donne, esclusivamente, tra i 18 e i 22 anni, in possesso di passaporto valido. Tale restrizione – ingiustificata da ogni prospettiva legale, professionale o tecnica – rivela un modello selettivo arbitrario e discriminatorio, con una marcata oggettificazione del corpo femminile giovane e una presunzione di disponibilità che corrisponde alle logiche di sfruttamento”.