A cura della Redazione

Ha diciotto anni ed un elemento di spicco dei nuovi rampolli del clan Gionta.

Lui è Salvatore D’Acunzo, accusato di essere uno dei componenti del commando che il 19 luglio scorso scatenò il terrore tra i bagnanti del Lido Azzurro a Torre Annunziata. Secondo gli inquirenti è lui che ha sparato in aria alcuni colpi di pistola dopo il fallito agguato, sembra per futili motivi (uno sguardo di troppo verso una ragazza?).

Il giovane si nascondeva a casa di un amico nel centro storico della città quando gli agenti di polizia del Commissariato oplontino, supportati dai carabinieri, hanno fatto irruzione nell’abitazione e messo le manette al 18enne, il quale non ha opposto resistenza se non dichiararsi estraneo ai fatti.

Il giovane è stato portato al Commissariato, dove è stato ascoltato per ore prima di essere poi trasferito in cella. Secondo gli inquirenti il raid armato al Lido Azzurro sarebbe da collocare alla guerra tra i clan Gionta e Quarto Sistema. Per ora D’Acunzo resta in carcere prima dell’interrogatorio di garanzia.

Intanto proseguono le indagini per assicurare alla giustizia l’altro complice del 18enne, probabilmente suo coetaneo. Ieri la città era sotto assedio da parte delle forze dell’ordine, mentre sulla spiaggia del litorale torrese una catena umana diceva “No alla camorra”. Un’iniziativa promossa dal “Comitato 19 luglio Torre Annunziata”, che ha visto la partecipazione di centinaia di persone, tra cui anche il sindaco Corrado Cuccurullo.