Trenta persone finite in carcere, trentasei ai domiciliari, un obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria e due interdizioni dai pubblici uffici per un anno. E' il risultato della maxi operazione condotta dal Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Napoli - su disposizione della DDA partenopea - e relativa all'inchiesta su presunte collusioni tra politica, imprenditoria, professionisti e camorra in relazione a gare d'appalto nelle province di Napoli, Caserta e Benevento.
Tra gli arrestati figura anche l'ex assessore regionale della giunta Caldoro, Pasquale Sommese (custodia in carcere). Ai domiciliari anche gli ex primi cittadini di Pompei, Claudio D'Alessio, e di San Giorgio a Cremano, Domenico Giorgiano. Indagati, inoltre, ingegneri, docenti universitari, imprenditori, faccendieri, commercialisti, funzionari pubblici, amministratoti locali (ex e in carica). A tutti vengono contestati, a vario titolo, i reati di corruzione e turbativa d'asta, in alcuni casi aggravati dalla finalità di agevolare il clan dei Casalesi (gruppo Schiavone-Russo e gruppo Zagaria). In tre casi, si parla anche di partecipazione al clan e di concorso esterno in associazione camorristica.
Le gare d'appalto finite nel mirino della DDA sono ben 18. Tra queste, quelle relative alla Mostra d'Oltremare, alla realizzazione di un impianto di cremazione adiacente al cimitero di Pompei (fattispecie per cui è indagato, per turbativa d'asta, l'ex sindaco Claudio D'Alessio) e alla riqualificazione di Villa Bruno a San Giorgio a Cremano.
Il sistema - secondo gli inquirenti - ruotava attorno alla figura dell'ing. Guglielmo La Regina, affinché questi garantisse ai responsabili degli Enti (Comuni e altri, tra cui anche l'ADISU della Seconda Univesrità di Napoli) interessati il finanziamento dell'opera mediante fondi regionali, sfruttando le sue conoscenze in seno agli uffici della Regione Campania. Sommese - sempre secondo il procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli, che ha condotto l'inchiesta supportato dai sostituti Maurizio Giordano, Alessandro D’Alessio, Luigi Landolfi, Catello Maresca e Gloria Sanseverino - si sarebbe impegnato, a sua volta, a garantire il finanziamento dell'opera «ed in cambio otteneva sostegno elettorale o denaro», si legge nella nota della Procura. In alcune circostanze, l'ex assessore regionale avrebbe anche indicato il nominativo dell'imprenditore che avrebbe dovuto eseguire i lavori pubblici.
La Regina, inoltre, grazie ad accordi con esponenti dei vari Ordini professionali di Napoli e Caserta, riusciva a far inserire nelle commissioni di gara soggetti a lui vicini e consenzienti, i quali, a loro volta, avrebbero indirizzato l'aggiudicazione degli appalti alle ditte segnalate. «Tutto ciò - scrive ancora il procuratore Borrelli - in cambio di dazioni e di promesse di denaro e di altre utilità a favore di sindaci, funzionari degli Enti appaltanti e dei commissari di gara, ovvero attraverso il conferimento di incarichi professionali in ulteriori procedure pubbliche».
(Nella foto, da sinistra: Pasquale Sommese e Claudio D'Alessio)
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Di seguito, gli elenchi delle persone indagate: