La memoria rappresenta un serbatoio di idee inesauribile quanto inesplorato. Avere la tentazione, la voglia, il desiderio di perlustrare questo contenitore di spunti di vita è fondamentale per chiunque voglia proporre un’offerta di promozione culturale seria. E soprattutto non improvvisata. La Pro Loco Pompei Today ha dimostrato, ieri sera, che il nostro territorio dispone di un patrimonio di dottrina, sapienza, civiltà, umanità assolutamente sconfinato. Basta snidarlo e decrittarlo per renderlo accessibile a tutti.
Filippo Alison e Dino De Laurentiis sono parte integrante di un lunghissimo elenco di personaggi che, con natali a Torre Annunziata, hanno lasciato tracce di autorevole valore nel loro passaggio terreno. Tracce impresse e sparse ben al di là del luogo di origine, ma di cui hanno sempre custodito, difeso e rivendicato l’identità.
Raccontarli non rappresenta una deleteria operazione-nostalgia. E’ un contribuito fondamentale per creare modelli di riferimento, idee di evoluzione da impiegare nel processo di sviluppo culturale del nostro controverso e complesso territorio.
Il presidente Giuseppe Scagliarini, il responsabile degli eventi Biagio Estatico e tutto lo staff della Pro Loco Pompei Today da tempo hanno innescato e dato vita ad un processo virtuoso di proposte culturali in questo versante e ieri hanno pensato di narrare la storia di due pietre miliari nel campo della cultura-fantasia-imprenditoria made in Torre Annunziata: l’architetto Filippo Alison e il produttore cinematografico Dino De Laurentiis. Un evento che declina perfettamente la denominazione conferita al progetto: “Dialoghi pompeiani, oltre i confini”. E Il conduttore della serata, il giornalista Franco Simeri, ha immediatamente sottolineato l’essenza dell’incontro definendolo “un abbraccio a Torre Annunziata, sentito, dovuto e desideroso di condivisione, di collaborazione e di coinvolgimento delle nostre comunità per sostenere la cultura, l’unica ancora di salvezza. E’ un tentativo che la Pro Loco Pompei Today offre a questo territorio, il distretto archeologico-turistico più bello del mondo che va da Napoli ai monti Lattari, ai paesi vesuviani. L’idea è quella di unire le varie identità culturali, in rete e in sinergia con gli Enti, le scuole, le associazioni, le imprese”.
Il sindaco di Pompei, Carmine Lo Sapio, e quello di Torre Annunziata, Corrado Cuccurullo, hanno aperto l’evento ribadendo proprio questi concetti: la necessità di affermare e far crescere un territorio privo di confini cittadini, con peculiarità e personalità univoche.
Il “Di Costanzo-Mattiello” di Pompei, dunque, ha prestato per una sera la sua elegante sala teatrale ad una passerella di prestigio per celebrare due sontuosi giganti nei rispettivi settori di riferimento.
L’architetto Filippo Alison è stato raccontato dalla figlia Aurosa, ricercatrice dell’Università “L’Orientale” di Napoli. «Torre Annunziata la definisco “il fenomeno originario” che ha determinato la personalità e la professionalità di mio padre. Tutto nasce da lì. Le sfumature, i colori di molte sue opere sono stati ispirati dal paesaggio torrese e dalla presenza del Vesuvio. Elementi che ha portato con sé per tutta la sua vita e in tutta la sua produzione intellettuale».
Hanno parlato dello straordinario percorso professionale di Alison anche Claudio Gambardella, già docente ordinario del Dipartimento di Architettura e Disegno Industriale dell’università “Vanvitelli”, Gioconda Cafiero, docente di Architettura di Interni dell’università “Federico II”, e Marcello Panza, architetto e designer. Tutti hanno sottolineato che il professionista oplontino considerasse l’architettura “uno strumento emozionale dell’esistenza dove la conoscenza dell’uomo era propedeutica a quella dell’oggetto”.
Del produttore Dino De Laurentiis, il giornalista e critico cinematografico Francesco Della Calce ha ricordato di “quanto fosse moderno e più avanti di qualsiasi cineasta che ancora oggi sta provando a scimmiottarlo”. L’attrice torrese Maria Sole Di Maio, con esperienze anche da produttrice esecutiva nonostante la sua giovane età (23 anni), ha rimarcato proprio questa analogia con gli inizi della carriera del grande produttore torrese che esordì nel mondo del cinema come attore: «De Laurentiis è stato un autentico pioniere della produzione cinematografica: ha inventato la prevendita alla distribuzione, cosa che non era mai stata riscontrata in questo settore e che ancora oggi è fondamentale per l’intera industria cinematografica». Salvatore Cardone, scrittore, giornalista e nostro caporedattore, ha raccontato la storia della dinastia De Laurentiis in una sovrapposizione di nomi, date, eventi che hanno origine a Torella Dei Lombardi, località in provincia di Avellino. Cardone ha racchiuso queste vicende familiari e professionali in un volume “Pasta, amore e fantasia – Le origini della famiglia De Laurentiis” con l’arte bianca a fare da preludio ai successi di un giovanissimo Dino De Laurentiis. «Dino – ha ricordato Cardone – nacque con la cosiddetta camicia, avvolto nella placenta, che secondo una credenza popolare era un segnale di vita fortunata. Cosa che effettivamente poi si è verificata».
L’architetto Maria Longobardi ha rafforzato il concetto dell’esempio da emulare: «Questi due giganti, Alison e De Laurentiis, devono rappresentare i nostri mentori. Solo attraverso la consapevolezza del lavoro di chi ci ha preceduto possiamo trarre ispirazione e andare oltre. Le criticità presenti sul nostro territorio dobbiamo trasformarle in opportunità attraverso progetti concreti e il dialogo con le persone. Il cittadino deve tornare al centro del nostro futuro».
Le incursioni dell’attore e musicista torrese Giovanni Caso (ha declamato, tra l'altro, una poesia di un altro torrese: Vincenzo Marasco) e del tenore Luca Venditto hanno impreziosito una serata profonda ed intensa. Un evento che si è avvalso della collaborazione del Liceo Pascal di Pompei, del progetto “Costruiamo gentilezza”, con la presenza dell’ambasciatrice Anna Vitiello, e del Gruppo Storico Oplontino, rappresentato da Alfredo Scardone.