Da oggi 9 e fino all'11 febbraio Castellammare di Stabia parteciperà alla BIT 2025, Borsa Internazionale del Turismo, la più grande esposizione al mondo dedicata al prodotto turistico italiano. La città delle acque, con il comune ugualmente proveniente da un commissariamento prefettizio nello stesso periodo torrese, stamattina aprirà a Milano un’importante finestra per promuovere l’attività turistica. E Torre Annunziata dove sarà in questi tre giorni?
In città operano tante associazioni nella promozione culturale già pronte per un evento come la BIT: Archeoclub, Gruppo Storico Oplontino, Associazione Nicolò D'Alagno, Pro Loco. Bastava coordinarle tra loro, ristampare materiale divulgativo peraltro già esistente e allestire uno stand. Era così difficile? La nostra testata fece una domanda specifica su questo argomento, citando proprio la BIT, nella conferenza stampa di fine anno lo scorso 30 dicembre nella sede comunale di via Schiti.
L'assessore Alfonso Ascione si mostrò molto disponibile e interessato all'idea al momento della formulazione della stessa domanda, ma la disponibilità e l’interessamento sono rimasti confinati in quella circostanza senza dare luogo a iniziative concrete.
Probabilmente preparare la partecipazione alla BIT 2025 rappresentava un’autentica impresa in considerazione dei tempi ristretti a disposizione. Una vera sfida. Che poteva risultare sicuramente vincente se ci fosse stata la consapevolezza dell’esistenza sul territorio di un patrimonio intellettuale di elevatissimo spessore culturale. Ne sono depositari molte donne e molti uomini in città. Ma il censimento di queste “risorse” evidentemente la giunta Cuccurullo l’ha posizionato nei bassifondi della graduatoria delle priorità, semmai la “voce” fosse mai stata realmente considerata.
L’amministrazione di un comune come Torre Annunziata, soprattutto dopo più di un biennio di commissariamento prefettizio, dovrebbe seguire due rette parallele: emergenza e sviluppo. Parallele perchè nessuna delle due deve intralciare o prevalere sull’altra. Nelle emergenze ci possiamo mettere tutto, dalla gestione del complesso quotidiano, al completamento dei progetti già cantierati, ecc. Nell’etimologia del termine “sviluppo”, invece, entra di diritto la “promozione culturale del territorio”. Quindi, partecipare alla BIT 2025, anche in sordina, poteva rappresentare una vetrina importante dove esporre un gioiello praticamente ancora sconosciuto ai più nel mondo: Oplontis.
E’ la verità. Triste, ma è la verità: Oplontis non la conosce nessuno! Gabriel Zuchtriegel, direttore generale del Parco Archeologico di Pompei, nel suo intervento durante la celebrazione dei 50 anni della sezione “Archeoclub d’Italia” di Torre Annunziata, lo scorso novembre, sottolineò l’importanza dello sviluppo qualitativo dell’attività di promozione archeologica: «Bisogna andare in profondità, far capire che intorno a Pompei c’era un territorio con presidi urbanistici importanti come Oplontis». E poi aggiunse: «Per capire veramente Pompei bisogna visitare Oplontis. Perché se vai solo a Pompei è come leggere la metà di un libro e poi fermarsi».
In un qualsiasi altro luogo del mondo questi concetti semplici quanto spietati sarebbero stati metabolizzati immediatamente dalla classe dirigente del posto fin dalla prima pietra emersa dal sottosuolo. Con i risvolti che tutti possiamo dedurre in termini di sviluppo, turismo, economia. Noi, invece, qui a Torre Annunziata sonnecchiamo dal 1964, anno dei primi scavi sistematici che riportarono alla luce la Villa di Poppea. E da più di sessant’anni non siamo in grado di promuoverla come la sua sontuosa bellezza meriterebbe.