A cura della Redazione

Quello che stiamo vivendo è davvero un periodo difficilissimo per chi ha scelto l’aereo per raggiungere le mete di vacanza o per chi è costretto a volare per lavoro. Nel corso degli ultimi mesi le cronache generaliste e di settore sono state “invase” da notizie relative a disservizi nel trasporto aereo. Scioperi a frequenza bisettimanale, proteste del personale e voli cancellati sono stati all’ordine del giorno, così come i ritardi, il vero, enorme, problema dell’aviazione civile nel 2024. Una situazione complessa che sembra ancora lontana da un punto di svolta e che proveremo ad approfondire, in ogni sua sfaccettatura, nelle prossime righe.

Addio alla conciliazione obbligatoria?

La notizia più recente relativa ai ritardi aerei è una novità positiva per i passeggeri vittime dei disservizi. Una sentenza del Tar Piemonte destinata a fare la storia ha infatti annullato parzialmente la delibera n. 21 del 2023 dell’Autorità di regolazione dei trasporti (Art) stabilendo che quando si parla di rimborsi economici per il ritardo il passeggero non ha più l’obbligo di effettuare il tentativo di conciliazione previsto dalla legge e che il risarcimento monetario diventa un automatismo.

Decisamente interessanti anche le motivazioni della sentenza: le autorità hanno preso atto del rischio che i passeggeri, in assenza di assistenza legale, possano desistere dall’esercizio dei propri diritti e quindi hanno sancito l’obbligo di rimborso automatico.

Ritardi aerei: cosa fare e cosa prevede il regolamento europeo?

Come accennato in precedenza e come evidenzieremo più avanti, nel 2024 i ritardi aerei sono stati una costante. È proprio da questa esigenza che sono nate realtà come AirHelp, una piattaforma dedicata alla gestione dei disagi legati ai ritardi aerei. In particolare, AirHelp offre supporto legale ai passeggeri, assistendoli nelle pratiche e negli iter burocratici necessari per ottenere rimborsi e risarcimenti per i disservizi subiti.

Realtà che hanno come obiettivo quello di tutelare le vittime dei disservizi e di far rispettare gli obblighi stabiliti dal Regolamento CE/261, normativa che sancisce il diritto a un rimborso variabile (a seconda della lunghezza della tratta) tra i 250 euro e i 600 euro per i ritardi superiori alle 3 ore e non causati da circostanze eccezionali. Fattispecie, quella delle circostanze eccezionali, che comprende problematiche di carattere meteorologico, medico-sanitario, politico e relative alle limitazioni del traffico aereo.

Un’estate di ritardi

Tornando ai freddi numeri, possiamo affermare senza ombra di dubbio che quella appena trascorsa è stata un’estate nera per i ritardi dei voli. Da giugno a settembre, secondo le analisi di Eurocontrol, si sono registrati circa 16,9 milioni di minuti di ritardo, il 44% in più rispetto al 2019 e il 48% in più a confronto con lo stesso periodo dello scorso anno.

Molteplici e diversificate le cause dei disservizi. La prima è stata il maltempo che nei mesi di luglio e agosto ha colpito duramente le regioni occidentali del Vecchio Continente. Una problematica che si è intrecciata con un’endemica carenza di personale, sia di volo che di terra, tradottasi in un’incapacità di aeroporti e compagnie aeree di gestire un traffico tornato ai livelli pre-pandemia.

In questi record hanno pesato, e non poco, i conflitti in corso in Ucraina e in Medio Oriente. L’instabilità politica ha di fatto interdetto all’aviazione civile alcune tratte aeree, costringendo le compagnie a rivedere le proprie tabelle di marcia e a trovare nuovi spazi percorribili. Spazi che si sono congestionati in brevissimo tempo causando ritardi e cancellazioni a cadenza regolare.

Le contromisure delle compagnie aeree

Della complessità della questione sono ben consapevoli le principali compagnie aeree europee, che stanno cercando di adottare contromisure per migliorare la qualità dei servizi. Un’altra delle problematiche che gli operatori hanno individuato come causa di disservizi sono gli ingenti ritardi nella consegna degli aerei Boeing e Airbus già acquistati. Mancano quindi i mezzi per rispondere a una domanda di servizi sempre più importante e se aggiungiamo l’aumento dei costi di manutenzione, le condizioni meteorologiche avverse, i problemi relativi al controllo del traffico aereo e l’instabilità in Medio Oriente ed Est Europa, si intuisce come la situazione sia ben lontana da trovare una soluzione nel breve periodo.

Non per niente l’amministratore delegato di Lufthansa, Carsten Spohr, ha recentemente annunciato che il ritardo nelle consegne di Boeing 777X è sull’ordine dei 5 anni. Sulla stessa linea British Airways, di proprietà di IAG, che poche settimane fa ha annunciato la cancellazione di molti voli a lungo raggio per i ritardi nelle consegne dei motori da parte di Rolls Royce.

Problematiche che si sono ripercosse anche sul fronte economico con le azioni in borsa delle compagnie aeree in ribasso costante nell’ultimo semestre. Il tutto senza contare che ritardi e cancellazioni sono costati tra gli 1,44 e gli 1,77 miliardi di euro ai vettori.

Il peggio, però, secondo alcuni analisti di settore, deve ancora venire. Il biennio 2025-2026 si preannuncia ancora più complicato perché i rallentamenti nelle catene di approvvigionamento renderanno, se possibile, la manutenzione e la produzione stessa dei nuovi aerei ancora più difficoltose.