A cura della Redazione

Un progetto in grado di invertire il paradigma che vede sempre più persone in difficoltà economiche rinunciare alle cure mediche.

Con Equità in salute, già attivo su tutto il territorio aziendale Asl Napoli 3 Sud, 1milione e 200mila abitanti, lo schema è destinato a cambiare completamente.

L’obiettivo del programma, finanziato da fondi europei di sviluppo regionale, è il reclutamento e l’emersione di tutte le persone che non hanno possibilità di curarsi e non hanno un reddito sufficiente per occuparsi della propria salute e sostenere le relative spese.

Saranno individuate in ogni modo con l’aiuto di associazione e enti che operano sul territorio e poi avviate a visite specialistiche, cure di base, erogazione di farmaci gratuita, cure odontoiatriche.

In ognuno dei 13 distretti sanitari Asl, per due giorni a settimana, di pomeriggio, sarà attiva una commissione che valuterà l’ammissibilità dei soggetti ad essere inseriti nel programma di cura. Successivamente si procederà a stilare il piano di assistenza che ogni équipe avrà stabilito e, in alcuni casi specifici, si provvederà anche a fornire assistenza presso il domicilio.

Sono coinvolti tutti i sindaci, i vescovi, gli ambiti sociali territoriali, le associazioni di volontariato e caritatevoli.

In Italia sono circa 4milioni le persone che versano in uno stato di povertà sanitaria.

“Fra pochi mesi sempre presso ogni distretto - spiega il direttore generale Asl Napoli 3 Sud Giuseppe Russo (nella foto) - saranno, inoltre, attivi ambulatori di odontoiatria che potranno erogare cure odontoiatriche di base e, sulla base di specifiche esigenza, procedere a fornire protesi dentarie mobili ai soggetti che ne dovessero avere bisogno. Con gli stessi fondi saranno ammodernate le principali strutture ambulatoriali distrettuali in modo che entro la fine del progetto, fissato al 31 dicembre 2029, l’azienda avrà migliorato la propria offerta assistenziale e la capacità di trattamento”.

Il target di persone da coinvolgere nel programma è fissato in circa 7mila tra italiani e cittadini di paesi terzi anche aventi assistenza temporanea o domicilio provvisorio o altre condizioni di assoluta indigenza.