A cura di Enza Perna

Portoni narranti nel quartiere murattiano. E’ questo il nome dato all’evento di ieri 23 ottobre nella parte “sud” della città di Torre Annunziata. Un’iniziativa fortemente voluta dal Comitato del quartiere murattiano, che con l’ausilio dei residenti e quello dell’associazione “Costruiamo Gentilezza” hanno portato artisti locali in via Oplonti, Via Mazzini e via Murat.

La serata è stata aperta in via Murat dalla sfilata di moda dell’Istituto Marconi con le bravissime allieve che hanno mostrato le loro creazioni uniche, seguita dall’intensa esibizione di tango argentino di Gaetano di Matteo e Mary Cristiano.

Subito dopo il trasferimento in via Mazzini e via Oplonti, dove sei portoni si sono spalancati per ospitare sei compagnie teatrali di Torre Annunziata: I SenzArteNèParte, Artisti Scalzi, Oplontis, Filodrammatica San Francesco, Medea, Hirondelle.

Gli attori hanno trasportato le loro qualità interpretative tra la gente contribuendo, anche solo per una sera, ad “accendere” le luci in quello che un tempo era considerato il centro storico. O forse.

Sì forse, perché per quanto lodevole sia stata l’idea, la stessa ha fatto riscontrare alcuni vuoti organizzativi che si spera vengano eliminati in futuro.

Con molto rammarico è emerso come quella parte di questa meravigliosa città sia ignota ai nostri stessi concittadini che passeggiavano per strade, liberate dalle solite auto in sosta, come se ci si aggirassero nei luoghi sconosciuti di un ghetto. 

“Portoni narranti” meritava altri numeri in termini di partecipazione. Potevano essere davvero in centinaia i cittadini convolti, ma in molti hanno deciso di soffermarsi sul corso dove c’era un altro tipo di intrattenimento organizzato parallelamente dall’amministrazione comunale, oscurando così l’evento stesso. Come si vuol “cambiare passo” se si resta fermi sempre allo stesso punto? Se ancora si continua a calcare quella linea sottile e invisibile che divide la città.

Un evento come quello del quartiere murattiano meritava una macchina della comunicazione (ad esempio manifesti e/o brochure dell'iniziativa) e una gestione logistica completamente diversa, non così approssimativa. Le strade che conducevano ai portoni dovevano essere illuminate ed animate e non spente e buie. Le varie performance teatrali e musicali andavano coordinate ed incastrate con una seria regia. Bisognava metterci lo stesso cuore che hanno mostrato tutti i residenti del posto che non hanno aperto solo i portoni, ma spalancato anche le proprie abitazioni a tutti, non solo agli attori. L’abbandono, il degrado, questa atavica differenza tra Torre Nord e Torre Sud. Ma di chi è la colpa? Di certo non di quegli anziani che raccontavano aneddoti alle signore curiose, non in quelle donne e quei papà che offrivano acqua e dolci e ridevano alle battute degli attori.

Eloquente due momenti che vale la pena segnalare più di ogni altro aspetto.

Un bambino di appena 8 anni nel guardare lo sketch comico dei Senzartenèparte dice al padre che vorrebbe recitare. O come un altro piccolo che addirittura è entrato in scena nella commedia “Miseria e Nobilità” della Filodrammatica San Francesco.

Dimostrazione che eventi come questi possono non solo portare una ventata di aria nuova, ma rappresentano anche un potente volano nella promozione culturale, oltre a generare stimoli di conoscenza in molti piccoli che ignorano realtà diverse dalla loro.

La presenza del neo sindaco Corrado Cuccurullo, che però ha visitato solo alcuni portoni, trasmette sicuramente speranza. “Cambiare passo” è uno slogan da applicare su tutto il territorio cittadino. Soprattutto da piazza Nicotera in giù. Lì ci sono realtà quotidiane che meritano attenzione. Solo se si arriva “lì” si può davvero dire che il passo è cambiato.