Ieri sera alle ore 18,00, presso l’azienda Zeus Sport di Torre Annunziata, Josè Altafini, il mai dimenticato attaccante di Milan, Napoli e Juventus, ha presentato il suo libro “Istantanee di un campione”.
Josè Altafini, 86 anni il prossimo 24 luglio, era accompagnato da altri tre grandi giocatori del Napoli: Canè, 84 anni; Vincenzo Montefusco, 79 anni Gianni Improta, 76 anni (nella foto sotto). "Non li vedevo dal lontano 2012", ha sussurrato con un filo di emozione il campione brasiliano.
Ad accogliere la “comitiva azzurra”, Salvatore Cirillo, titolare della Zeus Sport, azienda leader nel settore dell'abbigliamento sportivo.
"Istantanee di un campione", non è solo un libro di sport. Racconta le vite vissute da questo grandissimo personaggio della storia del calcio e dello spettacolo. Scritto bene, con ironia e curiosità.
Durante la presentazione del libro, Altafini si è soffermato sugli attuali Campionati Europei di calcio in Germania e sul Napoli. "La Spagna è più forte, ma per me vincerà l'Inghilterra, una squadra senza fronzoli e dura a morire. Per quanto riguarda il Napoli, sono convinto che quest'anno con Antonio Conte ritornerà grande e sarà competitivo per la lotta al vertice".
In programma per il futuro, sempre presso la Zeus Sport, altri incontri con grandi campioni dello sport italiano, per rivivere i momenti più belli e suggestivi delle loro cariiere.
La vita calcistica in Italia di Josè Altafini
Per i meno giovani, Josè Altafini ha giocato con il Milan complessivamente 246 partite segnando 161 gol: questi ultimi lo rendono il quarto miglior marcatore assoluto della storia del club rossonero.
Con il Napoli, dal 1965, rimane per sette anni, formando fino al 1968 un "duo delle meraviglie" con il fantasista italo-argentino Omar Sivori. Il 31 dicembre 1967, in Napoli-Torino 2-2, realizza, in rovesciata acrobatica, un golaço che manda in visibilio la tifoseria.
Nell'estate 1972, trentaquattrenne, approda alla Juventus insieme al compagno di squadra del Napoli Dino Zoff. Nonostante la non più giovane età (rapportata alle carriere agonistiche del tempo), e pur partendo dietro ai titolari Pietro Anastasi e Roberto Bettega nelle gerarchie dell'attacco bianconero, a Torino vince da protagonista due scudetti, nelle stagioni 1972-1973 e 1974-1975, risultando spesso risolutivo subentrando dalla panchina. Proprio tale situazione farà nascere nel calcio italiano il neologismo «alla Altafini», formula da allora usata per indicare l'impiego di calciatori ormai a fine carriera ma ancora decisivi in brevi spezzoni di partita.
Ad Altafini i tifosi del Napoli non hanno mai perdonato il gol realizzato ad un quarto d’ora dalla fine nell’incontro di calcio tra Juventus e Napoli (2-1), sottraendo ai partenopei il primo scudetto della storia. Era il 6 aprile 1975. Quel “tradimento” gli costò il soprannome di “core ngrato”.
(Nella foto di apertura articolo, da sinistra: Gianni Improta, Josè Altafini, Salvatore Cirillo, Canè e Vincenzo Montefusco)
(Foto di Salvatore Gallo dell'Agenzia Foto&Fatti)