Il suffragio universale segna una data importante per le donne italiane e per la democrazia in Italia.

In un Paese ancora diviso, siamo nel 1945, durante la II Guerra Mondiale, con il Nord occupato dai nazi-fascisti, su proposta di Palmiro Togliatti e Alcide De Gasperi fu esaminata la questione dal Consiglio dei Ministri il 24 gennaio. Il 30 dello stesso mese si ebbe l’approvazione. La ratifica con il decreto luogotenenziale n. 23 giunse il primo giorno di febbraio.

Decisivo, in tal senso, fu l’impegno dei nuovi partiti di massa (Partito Comunista Italiano e Democrazia Cristiana), veri e propri punti di riferimento popolare dopo la caduta della dittatura mussoliniana.

Alle successive elezioni, quelle del 2 giugno del 1946, per la nomina dei deputati all’Assemblea Costituente, le donne elette furono ventuno.