L'undici giugno 2016 al Tribunale di Torre Annunziata si è tenuto un convegno su: "Le misure patrimoniali contro le mafie". Organizzato da "Noi avvocati", un'associazione di avvocati del Circondario di Torre Annunziata, ha accolto contributi da avvocatura, magistratura e politica.
E' all'esame della Commissione Giustizia un disegno di legge di modifica dell'impianto legislativo delle misure patrimoniali contro le mafie.
Dall'avvocatura sono stati proposti il tema dei diritti della difesa, della ricerca di equilibrio tra istanze legislative e libertà personali (avv. De Falco); dei rapporti tra garanzie ed efficienza normativa (avv. Prof. Furgiuele); dell'onere probatorio e della presenza di contraddittorio nei procedimenti di confisca (avv. Cuomo).
Dalla magistratura sono stati evidenziati i progressi ottenuti con gli strumenti fondati sulla pericolosità del bene e lo sforzo teso ad attuare un rapporto di utilità tra i beni e la collettività (Procuratore della Repubblica Sandro Pennasilico); la genesi e il progresso della normativa vigente, raggiunta col sacrificio di vite umane; il confine tra economia legale ed economia illegale; l'enormità dei redditi prodotti dalle mafie, stimati in venticinque miliardi e settecento milioni di euro in base ai soli rilevamenti investigativi (quindi sottostimati) e il relativo inquinamento dell'economia legale; l'estensione, col Codice Antimafia, delle garanzie del processo al procedimento applicativo delle misure di prevenzione e l'esclusione di violazione delle garanzie; i dubbi sulla trasparenza delle modalità di individuazione degli esperti e degli amministratori giudiziari deputati alla gestione dei beni (Procuratore della Repubblica di Reggio Calabria Cafiero De Rao); dell'etica come istanza da porre a monte di ogni intervento (normativo, applicativo, politico) e la relativa assunzione di responsabilità (Presidente del Tribunale Luigi Pentangelo).
Dalla politica sono stati affrontati diversi argomenti: la collaborazione istituzionale e la creazione di una Commissione Regionale che elabori proposte di modifica alla Legge Regionale n. 7/2012; la insufficienza dei dati informativi ai fini della individuazione di adeguati strumenti normativi; la mancanza di azioni di sostegno e di politiche locali di lotta alle mafie e la costituzione di un Fondo Unico per i beni confiscati (Consigliere Regionale Carmine Mocerino).
I contributi di avvocatura, magistratura e politica hanno delineato il gioco delle parti sul tema trattato: le istanze dell'avvocatura, di diritti della difesa, libertà e garanzie, apparse poco giustificabili rispetto alle istanze della magistratura, alle prese con la enormità dei redditi generati dalle attività mafiose grazie a strumenti normativi che progrediscono col sacrificio di vite umane, ma a volte regrediscono perché la politica non sempre è alla ricerca di misure adeguate ai problemi.
Del tutto assente dal dibattito il tema del riutilizzo sociale dei beni confiscati, che comporta azioni di riscatto dei beni dall'economia mafiosa a quella legale, promosso e realizzato da associazioni come Libera.
Annamaria La Rocca