A cura della Redazione

Lo stadio “Alfredo Giraud” di Torre Annunziata fu oggetto alla fine degli anni ‘90 di una radicale ristrutturazione conclusasi nel 1999 con la gara inaugurale del 15 agosto tra Savoia e Sampdoria (Coppa Italia). Con i 10.800 posti omologati divenne il secondo impianto per capienza di spettatori della provincia di Napoli. Spesso, all’epoca, per identificare la struttura oplontina, veniva adoperato il termine “gioiellino”.

Da diversi anni, purtroppo, questo sostantivo non può essere più utilizzato per il nostro stadio. Una progressiva decadenza strutturale, causata dalla mancanza assoluta di una manutenzione programmata, ha trasformato il gioiellino in un oggetto di bigiotteria. Anche la capienza, per le successive, stringenti norme in materia di sicurezza, si è affievolita sempre di più. L’ultima omologazione ufficiale è di 5.000 posti e risale al 2008. Le condizioni generali attuali della struttura non consentirebbero al Savoia Calcio la partecipazione ad un campionato di calcio professionistico.

Su questo inconfutabile dato di fatto si è aperta, da più di un anno, una querelle che vede contrapposte l’amministrazione comunale di Torre Annunziata e l’attuale proprietà del Savoia Calcio. Il patron dei bianchi Alfonso Mazzamauro ha più volte sollecitato il sindaco Vincenzo Ascione ad intraprendere gli atti necessari per adeguare il Giraud alle prescrizioni della Federazione Italiana Giuoco Calcio previste per la partecipazione al campionato di Lega Pro. Finora ha ottenuto solo un susseguirsi di dichiarazioni, promesse, idee, pensieri, opinioni, ma niente che abbia le sembianze definitive di un progetto esecutivo concreto.

L’ultimo atto di questa storia si è consumato ieri pomeriggio in un incontro informale tra il sindaco torrese e due rappresentanti della società Savoia sulla cui discutibile organizzazione (soprattutto nel versante della comunicazione) si dovrebbe aprire un capitolo a parte. Ascione finalmente ha argomentato con chiarezza la posizione dell’amministrazione comunale. “La richiesta di finanziamento a Cassa Depositi e Prestiti – ha detto il primo cittadino – passa attraverso la propedeutica approvazione del bilancio la cui scadenza è il 30 aprile”. La strada precedente scelta nel luglio 2020 (Credito Sportivo) si era interrotta per un’integrazione richiesta dall’Ente erogatore alla quale stava lavorando l’ex dirigente dell’Ufficio Tecnico Comunale prima del suo arresto. Quindi, accantonata definitivamente l’ipotesi Credito Sportivo, oggi l’unico iter percorribile è Cassa Depositi e Prestiti.

Ma sono i tempi di realizzazione dei lavori a preoccupare la dirigenza del Savoia e i tifosi. I due dirigenti presenti all’incontro di ieri non hanno nascosto la loro amarezza. “Attendiamo un  impianto a norma da tre anni. Senza stadio – ha dichiarato il direttore generale Giovanni Rais - Mazzamauro prenderà in considerazione la possibilità di lasciare Torre Annunziata. La colpa non è della società Savoia ma dell’Ente. La proprietà è rammaricata soprattutto considerando le promesse fatte nei mesi passati”.

Il dirigente Ciro Sarno ha aggiunto: “Nella migliore delle ipotesi i lavori possono partire a fine anno. Paghiamo due strutture per gli allenamenti.  Il sindaco ci ha presentato diversi imprenditori, ma nessuno ci ha dato una mano. Solo Alfonso Mazzamauro ha mantenuto gli impegni nonostante il particolare periodo economico che stiamo attraversando”.