Giovanni Ciacci è tornato in tv da Caterina Balivo a La Volta Buona dopo circa due anni di assenza. La sua ultima apparizione, infatti, risaliva all’autunno 2022, in occasione della partecipazione alla settima edizione del Grande Fratello Vip. Poi, lo stop forzato, come lui stesso ha raccontato al settimanale Nuovo Tv: “Avevo un contratto con Mediaset di due anni e non potevo andare da nessun’altra parte. Quando i tempi sono stati maturi, sono tornato dalla mia amica Caterina”.

Ciacci ricorda la sua esperienza nel reality show condotto da Alfonso Signorini. Dopo sole due settimane trascorse all’interno della Casa più spiata d’Italia, era stato mandato al televoto d’ufficio come forma di provvedimento disciplinare e poi eliminato perché accusato – insieme ad altri ex coinquilini – di “bullismo” nei confronti di Marco Bellavia.

Purtroppo ho commesso l’errore di partecipare a una brutta edizione del Grande fratello Vip. Con il senno di poi, penso che non avrei dovuto accettare”, ha detto Giovanni. Un'edizione che non era piaciuta ai vertici di Mediaset, tanto da provocare l’intervento in prima persona di Pier Silvio Berlusconi. “Non mi sento una vittima, anche perché io non mi ritengo una persona trash – ha proseguito Ciacci -. Mediaset è una rete privata, che ha dei proprietari: possono fare ciò che vogliono. In ogni caso chi decide che cosa sia trash e che cosa sia elegante? Io non ho mai avuto il piacere di incontrare Pier Silvio Berlusconi, però conoscevo suo padre Silvio molto bene”.

Lo stylist si è sentito penalizzato ed è stato di fatto inserito in una blacklist. “Le black list televisive esistono e sono un fenomeno tipicamente italiano. Capita che un personaggio stia sulle scatole a qualcuno di molto potente e allora gli dicono ‘ciao e grazie’, dandogli il benservito. Non è successo solo a me, anche a Fabrizio Frizzi, Enrica Bonaccorti, Lorella Cuccarini, Simona Ventura e Barbara D’Urso. La cosa bella è che, spesso, chi viene penalizzato in questo modo, quando torna in onda è più forte di prima. 

in questi anni ho lavorato nei teatri dell’opera di tutto il mondo, da Londra a New York, un’esperienza entusiasmante”.