Alberto Sordi, è stato attore, regista, comico, sceneggiatore, compositore, cantante e doppiatore. Figlio di un maestro strumentista e di una maestra elementare, ha vissuto la sua infanzia a Valmontone, trasferitosi poi, all’età di diciassette anni a Roma studiò canto lirico ed entrò a far parte del coro della Sistina, con la sua voce da soprano.
Una carriera quella di Sordi che ha messo “tasselli” nei vari meandri dell’arte italiana. Fino a metà anni cinquanta è stato doppiatore di Bruce Bennett, Anthony Quinn, Robert Mitchum, Oliver Hardy, del celebre duo Stanlio e Ollio, e di Marcello Mastroianni, nel film “Domenica d'agosto”.
Le sue doti artistiche lo hanno accompagnato anche durante la chiamata alle armi: nel 1940 indossò l'uniforme del Regio Esercito, prestando servizio presso la banda musicale dell'81º Reggimento fanteria “Torino”. Allo stesso periodo risalgono le sue prime performance teatrali di rivista: “Tutto l'oro del mondo” del ‘42 con la compagnia di Guido Fineschi e Maria Donati, “Ritorna Za-Bum” del’43 e “Sai che ti dico?” del’44 e “Gran baraonda” del’52, ultima interpretazione nel teatro di rivista di Sordi. Ma una certa notorietà la raggiunge alla radio ideando un programma di satira ispirato agli ambienti dell’Azione Cattolica, uno dei personaggi da lui interpretato, il “compagnuccio della parrocchietta” piacque a Vittorio De Sica, al punto tale da proporre a Sordi la trasposizione cinematografica della satira intitolata “Mamma mia, che impressione!”. Lavorò in una ventina di film, interpretando personaggi minori di discreto successo ma la ribalta la ebbe con “I vitelloni” diretto da Fellini e “Un americano a Roma” diretto da Steno. Quest’ultimo film gli regalò il favore del grande pubblico col personaggio Ferdinando Moriconi, un giovane romano ossessionato dal mito americano il quale parlava un esilarante e fantomatico slang americano.
Di qui in poi la sua carriera artistica vide un’ascesa senza sosta, girava fino a dieci pellicole all’anno, collezionando durante tutto il suo percorso la partecipazione a quasi duecento film come attore e diciannove pellicole girate da regista, tra cui “Fumo di Londra” e “Polvere di stelle”. E’ stato interprete di alcuni dei film più importanti del panorama cinematografico italiano: “La grande guerra” di Mario Monicelli, premiato alla Mostra di Venezia col Leone d'oro, “Tutti a casa” di Luigi Comencini, “Una vita difficile” di Dino Risi.
Albertone è riuscito ad incarnare le peculiarità irridenti ed irriverenti dell’uomo medio italiano, entrando e piantandosi in eterno, con alcuni dei suoi personaggi, nell’immaginario collettivo popolare, riuscendo ad essere visto anche oltre oceano come un monumento dell'arte della recitazione. Indimenticabili e tra i più emblematici: “Il medico della mutua”, “Il marchese del Grillo”, “Il tassinaro”, “In viaggio con papà”, con Carlo Verdone e “Tutti dentro”.
Un uomo completo artisticamente e nella vita privata, legato in maniera viscerale alla propria famiglia, pudico nelle opere di beneficenza: dopo la fondazione per gli anziani e quella per i giovani artisti con poche possibilità economiche, la sua generosità avuto compimento ultimo con l'apertura di un orfanotrofio.
Una lunga lista di premi hanno segnato le tappe della carriera di Sordi: il “Leone d'oro alla carriera” nel’95, “l'Orso d'argento” a Berlino nel’72 come migliore attore nel film di Nanni Loy “Detenuto in attesa di giudizio”, il Golden globe come migliore attore “Il diavolo” di Gian Luigi Polidoro, sette “David di Donatello”, quattro “Nastri d'argento” e tanti altri premi speciali.
“Quanno se scherza, bisogna esse seri”, Alberto Sordi, maschera comica e tragica, resta ancora oggi, questo forse è il talento in dote ai grandi maestri, inimitabile nel panorama artistico italiano.