Questa storia della famiglia Gambardella inizia sulla Costiera Amalfitana, e precisamente a Minori, paese del quale è originario Vincenzo Gambardella, nato intorno al 1750, figlio di Crescenzo e Anna Maria Gargano. Trasferitosi a Torre Annunziata, Vincenzo sposa Maria Benedetta Gargano e dalla loro unione nasce, intorno al 1790, il figlio maggiore Domenico, che è il primo importante protagonista di questa avventurosa storia familiare.
A 27 anni, il 2 febbraio 1818 (atto 9), Domenico contrae matrimonio con Maria Teresa Manzo, di 21 anni, figlia di Cosmo e Maria Rosa Prisco. Dalla loro unione nasce prima Cosmo (prende il nome del nonno materno) e poi Vincenzo (ha il nome del nonno paterno deceduto un mese prima), che però muore dopo appena 15 giorni. A registrare al Comune i due atti di morte del padre e del figlio è proprio Domenico Gambardella che nel frattempo è diventato sindaco di Torre Annunziata dal 13 marzo 1821 (in precedenza era solo un facente funzioni).
Domenico non è solo primo cittadino e medico, ma anche Gran Maestro della Carboneria torrese. Poiché partecipa ai falliti moti rivoluzionari del 1820-21, deve scappare all’estero e quindi il 17 aprile 1821 firma il suo ultimo atto al Comune e scompare nel nulla. È condannato in contumacia a 25 anni di carcere duro, ma per lui inizia un lungo calvario, sempre in fuga, prima tra Barcellona e Marsiglia. Poi rientra in Italia, a Roma, dove lo raggiunge la moglie, ma non è gradito al Papato per le sue idee e quindi si rifugia a Firenze. Qui nasce il figlio Vincenzo il 25 luglio 1829, registrato con l’atto 2059 (volume 10445) e battezzato due giorni dopo nell’oratorio San Giovanni Battista (registro 152, foglio 118, atto 1989). (foto sotto)
A tal proposito un ringraziamento va alla direttrice dell’Archivio di Stato di Firenze dottoressa Carla Zarrilli e alle dipendenti Andreina Cardiota e Franca Orlandi, il cui aiuto è stato prezioso per la ricerca degli atti. Anche perché nei libri che parlano di Vincenzo Gambardella la sua data di nascita è riportata erroneamente al 15 luglio 1829, cioè a dieci giorni prima.
Intanto Domenico è costretto ad andar via anche da Firenze perché l’anno successivo, in seguito ai moti del 1830, il Granduca di Toscana lo mette al bando e così ritorna a Marsiglia con la sua famiglia, dove resta per 18 anni facendo il medico. Solo dopo l’amnistia del 1848 di re Ferdinando II può rientrare a Torre Annunziata, dove muore il 9 gennaio 1856 (atto 9) a 68 anni. Intanto Vincenzo si laurea in giurisprudenza alla Federico II e incomincia ad interessarsi di politica. Conosce anche Maria Antonia Cirillo, nata a Torre Annunziata il 9 maggio 1842 (atto 179) e la sposa il 29 gennaio 1873 (atto 7), quando lui ha già 43 anni e lei 30. L’anno dopo diventa sindaco di Torre Annunziata e lo resterà per cinque anni fino al 1879. Nel frattempo nasce il suo primogenito Domenico il 17 ottobre 1876 (atto 701). Grazie all’impegno di Vincenzo Gambardella, come primo cittadino, al ministro Giovanni Nicotera e al parlamentare torrese Mauro Morrone, con un decreto del 22 febbraio 1877 firmato dal re Vittorio Emanuele II, i confini di Torre Annunziata sono ampliati ad ovest fino all’Oncino e a est fino al quartiere Grazie. Dieci giorni dopo, il 3 marzo 1877, gli viene intitolata la strada che porta il suo nome, fatto eccezionale essendo ancora in vita.
Vincenzo Gambardella muore il 21 marzo 1900 (atto 153), per uno strano caso del destino nello stesso giorno e mese, ma 79 anni dopo la morte del suo omonimo fratellino scomparso poco dopo la nascita. Il figlio Domenico si sposerà quattro anni dopo, il 27 febbraio 1904 (atto 48) con Anna Gallo de’ Tommasi, quando lui ha 27 anni e lei 29.