La violenza sulle donne: coraggiose, carnefici e vittime. I volti delle donne di Scampia come il mito greco di Antigone raccontato nel libro “Antigone a Scampia” di Serena Gaudino.
Al Liceo Pitagora-Croce di Torre Annunziata si è tenuto l’incontro con la scrittrice organizzato dal “Caffè letterario Nuovevoci”, le associazioni “Verso Sud” e “Slow Food”.
A iniziare è stato Francesco Alessandrella (Nuovevoci), ricordando il premio letterario "#agirecivile", che è un modo per riscoprire i valori dell’azione di contrasto del popolo all’illegalità.
La professoressa di Italiano Lina Fiordoro introduce i lavori video e presentazioni Powerpoint dei ragazzi della II e III B del Classico. Il primo video racconta la storia di Tonino, giovane disabile ucciso dalla camorra il 6 novembre 2004. Il secondo spiega le analogie tra il mito di Antigone e le donne di Scampia.
La parola va poi a Serena Gaudino che inizia subito mostrando l'entusiasmo per il successo del suo libro (che sarà messo in scena in teatro a gennaio), nonostante sia uscito nel 2014. «Il libro è un progetto: far sì che i ragazzi si avvicinino ai libri», dichiara la scrittrice. Poi racconta di come è iniziato il concepimento di questo progetto, dal lavoro alla Cooperativa sociale Francesco Hurtado di Padre Frabrizio Valletti, all’idea d’ispirazione. Come il libro di Simone Weil, in Francia negli anni Trenta, si occupava dell’emancipazione delle classi sociali di basso livello utilizzando il mito greco, così Serena Gaudino ha pensato di usare lo stesso metodo con Antigone per paragonarla alla realtà delle donne di Scampia. «La camorra si può superare con la cultura», prosegue citando una frase di Simone Weil: «L’unica letteratura in grado di parlare alle persone è quella greca».
La scrittrice spiega inoltre perché Antigone è stata scelta per le donne di Scampia. Il mito è stato l’unico ad avere le stesse analogie. Seguire la legge dello Stato o seguire la legge del Sangue? Le donne si sentivano protagoniste della tragedia greca.
«Seguo lo Stato quando lo sento alleato, altrimenti la Camorra», dice una delle protagoniste del libro.
«La cultura di quelle zone è talmente radicata che si può scalfire solo con i bambini di cinque o sei anni», conclude la scrittrice.
Le classi III e IV B mostrano e descrivono alla scrittrice i loro lavori su cartelloni, dopodiché alcuni studenti pongono delle domande relative a quali soluzioni ci possono essere per uscire da questo tipo di destino.
Serena Gaudino risponde che «Con la cultura la catena del destino si spezza nel momento in cui si salva il primo bambino». E, concludendo, «Il mito greco è ancora capace di dirci qualcosa dopo tutti questi secoli».