L'antica Oplonti e il mare. Un legame indissolubile, duemila anni fa come oggi. Il sito archeologico di via Sepolcri, interessato da nuove eccezionali scoperte che riguardano la Villa A (conosciuta come Villa di Poppea), che la collocano, un tempo, a ridosso del litorale, è stato al centro di un incontro tenutosi nell'aula consiliare di Palazzo Criscuolo. Un primo apputamento, a cui ne faranno seguito altri, promosso dall'Assessorato alla Cultura del Comune, retto da Antonio Irlando, per preparare al meglio la mostra "Oplonti: il fascino e la bellezza" che si terrà proprio nella sede comunale dal 30 novembre al 31 gennaio 2016.
Insieme allo stesso Irlando e al sindaco Giosuè Starita, c'erano il direttore della Soprintendenza di Pompei, Ercolano e Stabia, professore Massimo Osanna, e Derrick de Kerckove, esperto di comunicazione digitale e docente all'università di Toronto in Canada.
Dalla riunione, a cui hanno preso parte anche le associazioni culturali cittadine (tra cui la sezione oplontina "Mario Prosperi" dell'Archeoclub, rappresentata dalla presidente Mirella Azzurro, ed il Centro Studi Storici "Nicolò d'Alagno" guidato da Vincenzo Marasco) ed i dirigenti degli Istituti scolastici oplontini, i cui studenti saranno parte attiva dell'iniziativa, è emersa una importante novità annunciata congiuntamente dal soprintendente Osanna e dall'assessore Irlando: nell'ambito della mostra, saranno anche esposte le immagini e le ricostruzioni virtuali dei reperti di recente rinvenimento dalle opere di scavo in corso nella zona "fronte" della Villa A, quella che affacciava sul golfo. Saranno visitabili in una apposita sezione della mostra, dal titolo "A picco sul mare".
«Oggi la città inizia a prendere contatto con quello che è il patrimonio che la contraddistingue nel mondo, ovvero la sua immensa ricchezza storica e culturale - ha esordito Irlando -. L'obiettivo della mostra è quello di far ripartire Torre Annunziata attraverso i suoi tesori. La popolazione torrese deve "appropriarsi" del suo patrimonio, sentirlo come parte del suo vivere quotidiano. La mostra è il frutto di una collaborazione costruttiva tra il Comune e la Soprintendenza, il cui dirigente Osanna ha da sempre, da quando ricopre il suo incarico, manifestato attenzione strategica verso il nostro sito archeologico e la sua importanza per le possibilità di sviluppo del territorio. Dobbiamo iniziare a ragionare come territorio, fare sistema, perché se cresce Oplontis crescerà anche l'intero comprensorio archeologico vesuviano che è sotto la tutela dell'Unesco».
«Qui a Torre Annunziata ho apprezzato l'interesse e la vivacità culturale di un territorio di estrema bellezza - ha spiegato Osanna -. Bisogna comprendere che Oplontis è sì un patrimonio di tutti, ma soprattutto di chi vive in questa terra. C'è la necessità di attuare politiche di tutela condivisa. Lo Stato da solo non ha i mezzi per preservare un patrimonio così eccezionale. Ecco perché è importante unire le forze e sensibilizzare tutti, a partire dai giovani e dalle scuole. Un primo passo in tal senso - ha proseguito il soprintendente - sarà quello di conferire una sistemazione definitiva ai reperti del sito archeologico. Sotto questo aspetto, abbiamo stanziato per il 2016 ingenti risorse economiche per un nuovo piano di valorizzazione che preveda anche l'acquisizione del Canale Sarno. Le meraviglie di Oplontis vanno contestualizzate in uno scenario più ampio, che contempli la ricostruzione del paesaggio antico ed i modus vivendi dell'epoca, non solo dei personaggi più in vista di allora, come poteva essere la moglie dell'imperatore Nerone, Poppea Sabina, ma anche degli schiavi e della gente comune. Chi visita Oplontis, così come Pompei, spesso non ha un'idea chiara di come potesse svolgesri la vita duemila anni fa in quei luoghi. In tal senso, potrebbe essere fondamentale riportare alla luce, così come stiamo facendo, la restante parte del complesso archeologico di via Sepolcri, ovvero l'area prospiciente il mare. Si tratta - ha spiegato ancora Osanna - di scoperte straordinarie. La Villa era terrazzata su tre livelli, con belvedere e giardini. Il progetto di restauro mira proprio a fossilizzare l'intero contesto al momento dell'eruzione del 79 d.C.».
La mostra a Palazzo Criscuolo non sarà solo una vetrina per i famosi Ori rinvenuti nella Villa B, quella attribuita a Lucius Crassius Tertius, che era una sorta di emporio dell'epoca. «Saranno esposte le pitture in II Stile, uniche nel loro genere ed esempio artistico in tutta l'antica Roma e nel mondo - ha affermato Osanna -. Ci saranno poi gli arredi della Villa, le sculture marmoree che adornavano l'imponente piscina. E' un primo piccolo assaggio di un progetto più ampio che prevede l'allestimento di spazi espositivi permamenenti all'interno dello stesso sito. Lavoriamo - conclude Osanna - per rendere fruibili al pubblico anche i depositi».
Per il professore de Kerckove, «la valorizzazione di Oplontis è solo un punto di partenza per creare la "felicità urbana" a Torre Annunziata. Ossia, quel sentimento di appartenenza, oltre che di identità, che deve insinuarsi in ogni cittadino torrese. Si tratta di ricostruire non solo gli edifici antichi, ma la bellezza, i talenti di questa terra. Il mare, da questo punto di vista, rappresenta un'eccezionale corridoio di cultura, bellezza e turismo. Il progetto non è solo a carattere urbano ma anche sociale. Occorre coinvolgere, invitare alla partecipazione la gente. Sensibilizzare le persone su una nuova idea di Torre Annunziata. In tal senso, sono i ragazzi - prosegue de Kerckove - a dover impegnarsi attraveso workshop, iniziative volte a diffondere le bellezze del territorio. Sul piano strettamente urbanistico, poi, credo che la Real Fabbrica d'Armi possa rappresentare il fulcro culturale della città».
Infine, l'intervento del sindaco Starita. «L'idea di organizzare la mostra è nata un anno fa, a seguito di una conversazione molto informale con il soprintendente Osanna - ha dichiarato il primo cittadino -. Ed è significativo che si svolga a Palazzo Criscuolo, la casa dei cittadini. Oplontis va collegata al filo conduttore della nostra identità: il mare. E' questa la nostra risorsa più importante. Ecco perché le opere di riqualificazione del Porto e del waterfront sono fondamentali: servono a realizzare un disegno più ampio di una città che va verso il futuro, che cambia in meglio. La vera sfida è quella di creare emozioni forti in chi visiterà la mostra - conclude Starita -, di generare un senso di comunità reale tra gli abitanti». Il sindaco ha poi annunciato che i servizi di vigilanza ed assistenza ai turisti nei pressi degli scavi archeologici saranno svolti anche dai lavoratori occasionali accessori, selezionati tra coloro che sono stati espulsi dal ciclo produttivo. «Ciò consentirà di migliorare l'accoglienza - ha spiegato - e al contempo aiutare Polizia Municipale e forze dell'ordine nel garantire la sicurezza dei visitatori che giungeranno agli Scavi dalla vicina stazione della Circumvesuviana».
In ultimo, ad una domanda del presidente dell'Archeoclub Mirellla Azzurro sulla possibile apertura straordinaria della Villa B durante il periodo di svolgimento della mostra, Osanna ha risposto: «Non è escluso. Cercheremo, compatibilmente con gli interventi propedeutici di messa in sicurezza del sito, di organizzare visite guidate».
Oplontis in mostra, dunque. In tutta la sua bellezza. Non ci resta che attendere ancora un po' per ammirare la Torre Annunziata di un remoto passato e di un brillante futuro. Sempre che alle parole seguano i fatti. Lastrada intrapresa sembra essere quella giusta.
(Nella foto, da sinistra: de Kerckove, Osanna, Starita e Irlando)