A cura della Redazione
Si è conclusa la mostra “I colori dell’acqua”, rassegna di fotografia subacquea organizzata dal Liceo Artistico “Giorgio de Chirico”, a cura di Mimmo Roscigno e Felicio Izzo. Per la prima volta un evento del genere si tiene a Torre Annunziata, città di e sul mare che il suo mare, tuttavia, deve accontentarsi di respirarlo ed osservarlo per scorci, rigorosamente da lontano, con occhi auspicabilmente abbacinati dal sole, per non scorgerne le impietose piaghe. Quello raccontato attraverso la forza evocativa delle immagini e le suggestioni di un sapiente allestimento, è invece tutt’altro mare. Liquido e fluttuante giardino dell’Eden al quale, sovvertendo ogni teologia, si accede per caduta e non per ascensione, per immersione e non per aspersione, mediante uno slancio fisico e mistico al contempo, che apre alle profondità marine e a quelle ancora più insondabili dell’animo umano. Le immagini esposte, vere e proprie opere d’arte, sono solo il baluginio infinitesimo del pelago vasto, barlumi appena percettibili di suggestioni inenarrabili, ma capaci di testimoniarne con inaudita forza l’incanto sospeso. Ai visitatori che, anche in periodo natalizio, in inaspettato numero, hanno scelto di “immergersi” nella sognante bellezza dei mari proposti dalle 60 foto in esposizione, si sono associati, il 10 gennaio, alla ripresa delle lezioni, ed in singolare coincidenza, il direttore scolastico regionale, Pietro Esposito, e l’attore Luca De Filippo, con la compagna di vita e d’arte, Carolina Rosi, discreta icona di familiare delicatezza. In tale occasione, Esposito ha avuto modo di constatare la vitalità propositiva e la creatività della scuola campana, alla quale non è certo estranea la sua gestione. Quanto a Luca De Filippo, ha approfittato della giornata di riposo canonico, per la gente di teatro (era in cartellone al “Verdi” di Salerno), per “verificarsi” in quanto anch’egli compare come fotografo in mostra, al pari di altri 14 artisti. Emblematici i doni con cui la presidenza ha voluto omaggiare le due personalità. Un vaso attico a figure nere, realizzato dagli alunni dell’istituto, per il “provveditore”, per usare un termine “coevo” al regalo, a confermare l’orgoglio di appartenere a quella che fu la Magna Grecia, autentica e, ci si auspica, rinnovellata culla di civiltà. Un lavoro su sardonica, per Luca De Filippo, nell’intento di coniugare le radici profonde di un’anima intimamente innamorata del mare e la sua concrezione sociale, la sua visibilità estetico-artistica. Come un cammeo, appunto, che sul dorso interno di una conchiglia, appena levigato, ancora nasconde il turbine profumato, il suono luminoso del mare e sulla superficie, incisa dall’artista, espone ciò che appare dell’uomo. Nella fattispecie le maschere della commedia e della tragedia, l’amore per il teatro, dunque, che, per Luca De Filippo, è sangue, eredità, cromosoma. Comune l’augurio formulato, decisamente condivisibile, di fare della mostra un evento itinerante, capace di veicolare, con la bellezza delle immagini, un senso di sano rispetto per il mare, bene da contemplare e vivere, non da profanare e sfruttare. La mostra, meritevole senza tentennamenti di una visita, chiuderà sabato 22 gennaio, un’occasione da non perdere anche per ricevere, gratuitamente, uno copia dello splendido e ricco catalogo delle opere esposte. EMANUELE SOFFITTO (Dal settimanale TorreSette del 21 gennaio 2011)