A cura della Redazione
Questi giovani! Ignoranti! Indolenti! Superficiali! Sempre più arduo è il compito degli adulti-educatori nel cercare di produrre in loro una reazione, anche minima, alla Cultura, intesa non solo come sapere accademico, ma anche come Arte, Spettacolo e Musica. Musica classica, ad esempio. Merita attenzione al riguardo il concerto di lunedì scorso all’Istituto d’Arte “Giorgio de Chirico”. Da un lato la foto del Presidente Napolitano, dall’altro il crocifisso di legno, un gruppo di giovani musicisti si esibisce nello spazio ovale dell’Aula Magna. Si tratta dell’orchestra “Symphonia Mundi”, creata e diretta dal maestro Giuseppe Carannante, tra l’altro clarinettista e compositore. Intervengono anche Roberto Albin, artista poliedrico quanto imprevedibile, e Angelo Ruggieri, musicista e docente di flauto. Musica “da camera”, non nel senso di quella che i ragazzi si sparano nelle orecchie con le cuffie a tutto volume, sdraiati sul letto, ma classici di Bach, Mozart, Brahms, Shubert, Strauss e Piazzolla. A fare da intermezzo il gruppo di flauti diretto dal maestro Ruggieri; tutti giovanissimi, provenienti da scuole medie e superiori. Nel complesso il repertorio è facilmente fruibile da un pubblico di “non addetti”, la musica coinvolge e si impone cogli archi struggenti e i dolci flauti. E gli ascoltatori apprezzano, fra qualche sbadiglio e tanti applausi. “Musica a scuola” è il titolo della serata, che si propone di avvicinare gli studenti alla musica, disciplina forse a torto tagliata fuori dai programmi didattici degli istituti superiori. A volerla fortemente è stato Antonio Tommaso Cirillo, docente di Lettere Italiane e Storia, all’ISA ormai da un ventennio, “musicofilo” per sua definizione, nonché direttore artistico della “Symphonia Mundi”. «Sono anni che cerco di far capire che la musica deve far parte del processo formativo dei ragazzi, e sembra che ora qualcuno mi stia ascoltando». Quel “qualcuno” è forse Maria Corcione, dirigente amministrativo dell’istituto, che ha accolto e promosso l’iniziativa e gli fa eco compiaciuta: «La musica è una forma “d’arte”, essendo questa una “scuola di arte”, la manifestazione si sposa bene con il resto delle nostre attività. In Italia c’è poca cultura della musica, ma è importante che i ragazzi si avvicinino alle sette note in quanto espressione artistica». Parole sante. Peccato che, fra qualche signora impellicciata e non poche chiome grigie, in un’atmosfera da salotto borghese, di ragazzi se ne siano visti ben pochi. Diciamo cinque (arrotondando per eccesso). E’ probabile che la scelta dell’orario (al di fuori di quello scolastico) non abbia giovato alla popolarità dell’evento. Ma forse, e lo ammette anche il prof. Cirillo, non è stato fatto abbastanza per stimolarne l’interesse e la curiosità. Forse non è stato fatto proprio nulla… Qualche studente mi dice di non aver sentito parlare del concerto. Ma del resto, si sa come son fatti, “Questi giovani!!!”. FORTUNA BALZANO