A cura della Redazione

Tre colpi di pistola sparati ad altezza d’uomo mentre il complice aveva tra le mani un mitragliatore. Poteva essere una strage quella di venerdì 19 luglio scorso al Lido Azzurro di Torre Annunziata.

I colpi sparati non erano a scopo dimostrativo per creare terrore tra i bagnanti, ma un vero e proprio agguato.

A fare fuoco, secondo le indagini, sarebbe stato il diciottenne Salvatore Acunzo, che mirava ad uccidere un suo coetaneo, lesto a scappare appena accortosi del commando di fuoco. Il motivo? Punire la vittima a causa di uno sguardo di sfida che avrebbe rivolto all’aggressore. Una reazione eccessiva anche secondo gli stessi parenti del 18enne arrestato. Un caso del genere, nell’ambiente criminale, normalmente si risolve con una lite…

Infatti, ascoltando le intercettazioni, mentre l’indagato discute con i suoi parenti, racconta: “Io stavo per i fatti miei e quello mi guarda… Ma cosa è che guarda?” Poi si sente una parente del giovane che dice: “Ma che hai combinato? Per amore di Dio, gli schiattavi la testa con le mani…”.

Decisivo il lavoro di Polizia e Carabinieri, ma anche il raccordo investigativo tra la Procura di Gratteri e l’ufficio inquirenti guidato dal procuratore Torre Annunziata Nunzio Fragliasso. L'inchiesta è della Direzione Distrettuale Antimafia, coordinata dalla Pm Cristina Curatoli. Ora si punta ora a chiudere il cerchio, c’è almeno un altro giovane che va identificato. Grazie alle telecamere sono state infatti evidenziate le scarpe usate dai due killer ma anche i tatuaggi ad altezza del polpaccio che raffigurano un clown armato.

Spiega il Gip del Tribunale di Torre Annunziata: “Non ha esitato a sparare tra donne e bambini ed è proprio la presenza di un ragazzino che si trova per caso sulla traiettoria del killer a consentire la fuga della vittima designata e a spingere i due soggetti vestiti di nero a scappare”.

Ascoltato dagli inquirenti, il ragazzo sfuggito al raid ha raccontato: “Ero assieme ad un amico, abbiamo sentito urlare, avevamo un ombrellone nella zona delle docce. Poi mi sono ritrovato quei due a distanza di una cinquantina di metri e sono scappato. Io sono fuggito via mare passando dalla spiaggia del lido a quella pubblica, il mio amico invece è salito a prendere lo scooter per poi venirmi a prendere nella zona della spiaggia pubblica”.

Scene di terrore che hanno colpito molto l’opinione pubblica, al punto che pochi giorni dopo si è svolto a Torre Annunziata la riunione del Comitato per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica, presieduto dal Prefetto Michele di Bari. A poche ore dal termine dell’incontro, l’arresto del giovane killer con un’azione congiunta di Polizia e Carabinieri.