A cura della Redazione

Raid armato al Lido Azzurro. Il decreto di fermo emesso dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli nei confronti del 18enne Salvatore D’Acunzo, indiziato dei reati di tentato omicidio, strage nonché detenzione e porto di armi da sparo, delitti aggravati dal cosiddetto metodo mafioso, non è stato convalidato dal Gip del Tribunale di Torre Annunziata per difetto di un attuale e concreto pericolo di fuga. Tuttavia il Gip ha emesso un’ordinanza di custodia in carcere a carico dell’indagato per tutti i reati contestati, escludendo la circostanza dell’aggravante del metodo mafioso per il solo delitto di strage.

Come si ricorderà, “l’indagato, il 19 luglio scorso - così come viene riportato in una nota della Procura della Repubblica di Napoli -, in pieno giorno, dopo aver fatto ingresso all’interno dello stabilimento balneare “Lido Azzurro” di Torre Annunziata con un complice non ancora identificato, armati di una pistola e di un fucile, avrebbe aperto il fuoco nei confronti di una persona che si trovava nel mezzo di una folla di bagnanti, mettendo così in pericolo la pubblica incolumità, mentre la vittima designata riusciva a scappare ed a mettersi in salvo.

L’azione sarebbe stata preordinata ed organizzata per punire la vittima a causa di uno sguardo di sfida che avrebbe rivolto all’aggressore.

Le ragioni presumibilmente sottese all’agguato ed uno degli autori dello stesso venivano individuati grazie a diverse attività tecniche già in essere da parte dei Carabinieri del N.I. di Torre Annunziata ed ai successivi accertamenti svolti, nell’immediatezza dei fatti, dalla Polizia di Stato.

Le modalità dell’azione sopra descritte - conclude il comunicato della Procura - venivano ritenute tipicamente mafiose in considerazione non solo della complessiva ricostruzione della condotta ma anche del presumibile movente della stessa”.