Ricorso al Tar del Lazio da parte dell’ex sindaco di Torre Annunziata Vincenzo Ascione avverso il decreto di scioglimento del comune di Torre Annunziata per ingerenza della criminalità organizzata nell’attività amministrativa.
Ieri, 8 marzo, era stata fissata la trattazione del ricorso davanti ai giudici del tribunale amministrativo. L'udienza però non c'è stata in quanto i giudici si sono affidati ad una nota scritta che richiama i documenti depositati e le repliche che smentiscono le deduzioni prefettizie evitando un dibattito orale già svolto con attenzione in sede cautelare e che sarebbe stato ripetitivo in sede di merito. Ora il Collegio, una volta chiara la situazione, si riunisce in Camera di Consiglio, per emettere la sentenza, che dovrà essere redatta entro 45 giorni dall'udienza di merito.
Le fasi dello scioglimento del Consiglio comunale
Ma facciamo un passo indietro. Come si ricorderà, il Consiglio comunale oplontino decadde il 17 febbraio del 2022 per mancanza del numero legale, dato che la quasi totalità dei consiglieri, compreso il sindaco, rassegnò le dimissioni dall’incarico in seguito a 12 avvisi di garanzia notificati ad amministratori e professionisti esterni.
La Prefettura nominò una Commissione prefettizia per l’ordinaria gestione del Comune. Solo successivamente, e dopo gli accertamenti ispettivi della Commissione d’accesso, volti a verificare i presupposti per lo scioglimento del Consiglio comunale, con decreto del Presidente della Repubblica del 6 maggio scorso, la gestione del Comune venne affidata ad una Commissione straordinaria “per forme di ingerenza della criminalità organizzata nell’attività amministrativa”.
Il ricorso, in 41 pagine, presentato dagli avvocati Armando Profili (figlio dell'ex Prefetto di Napoli Renato) e Giorgia Esposito, rigetta punto per punto i rilievi della Commissione d’accesso e chiede “l’annullamento integrale di tutti gli atti e di tutti i provvedimenti impugnati”.