Favoreggiamento al boss del Piano Napoli, chiesto il rinvio a giudizio per 14 indagati. Tra questi anche nove carabinieri. L’Antimafia sostiene che avrebbero favorito il traffico di droga al Piano Napoli di Boscoreale, in cambio di regali e soffiate, smistando addirittura carichi di stupefacenti nelle mani del boss o effettuando arresti “pilotati” contro i suoi rivali.
Ieri mattina, dinanzi al gup di Napoli, in nove - tra carabinieri, avvocati e camorristi - hanno risposto alla richiesta di rinvio a giudizio formulata dal pm Raffaello Falcone della Procura di Napoli, chiedendo di accedere ad un rito alternativo, e in particolare all'abbreviato, che consente lo sconto di un terzo sulla pena in caso di condanna. A chiederlo sono stati il boss Franco Casillo, il suo avvocato Giovanni De Caprio, ma anche sette carabinieri, alcuni dei quali in pensione.
Chiederanno invece il processo ordinario, in caso di rinvio a giudizio, l'ex comandante, Pasquale Sario, oggi tenente colonnello, e Sandro Acunzo, il super carabiniere dei tanti arresti (nome in codice Mazinga) e già condannato poche settimane fa per la detenzione illegale di un proiettile durante la perquisizione che ha preceduto un anno fa il suo arresto.
Un vero e proprio scandalo aveva investito l'allora neonato nucleo investigativo del gruppo carabinieri di Torre Annunziata e la stazione di Boscoreale, coinvolgendo nove militari. I fatti, ricostruiti dagli stessi carabinieri del nucleo investigativo oplontino, coordinati dal sostituto procuratore Raffaele Falcone della DDA di Napoli, risalirebbero al 2008 e riguarderebbero una serie di presunti scambi di favori tra militari e boss di camorra.
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