Nessuno sconto di pena per l'ultimo reggente del clan Gionta arrestato da latitante. La Corte d'Appello di Napoli ha confermato la condanna a 5 anni e 4 mesi di reclusione a Ciro Nappo, alias ‘cap ‘e ‘auciell. Porto e detenzione illecita d’arma da fuoco oltre a documenti falsi per sfuggire alla cattura erano le accuse con le quali era finito a processo dopo l'arresto avvenuto a maggio scorso.
Nappo si nascondeva in un antico casolare di campagna, al confine tra Trecase e Torre del Greco, protetto da 4 telecamere di sorveglianza, di cui una a lungo raggio capace anche di riprendere la vicina strada provinciale Panoramica.
Nel bunker nascondeva una pistola semiautomatica Smith & Wesson (matricola abrasa), 39 proiettili calibro 9, un fucile ad aria compressa caricato a pallettoni, documenti falsi e parrucche per non farsi riconoscere. A coprire la latitanza di Nappo era invece il suo vivandiere: Vincenzo Ametrano, 38 anni, ritenuto dagli investigatori vicino ai 'Fransuà' e finito a processo assieme allo stesso Nappo con l’accusa di favoreggiamento aggravato. Anche per Ametrano è stata confermata la condanna a 2 anni e 8 mesi di reclusione.
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