È da poco terminata la 75^ edizione del Festival della canzone Italiana, diretta da Carlo Conti. Un festival con percentuali d’ascolto da capogiro, sfiorando addirittura il 73,1% di share nell’ultima serata. Ma questi numeri sono dettati da curiosità o da un ormai consolidato “rinnovo” del festival?
Non vi era dubbio che dopo cinque brillanti edizioni, a firma Amadeus, il pubblico fosse curioso di vedere cosa, la nuova direzione artistica, potesse offrire, ma soprattutto quanto si potesse distaccare, o addirittura evolversi, da una indiscutibile impronta innovativa dello stesso Amadeus. Cinque festival, fatti per il pubblico e con il pubblico, adattandosi ai giorni nostri, ricchi di brividi, imprevedibilità e tanto show, facendolo scoppiare, dopo anni di indifferenza e di silenzio e riportandolo ad un momento atteso da tantissimi.
Ed è toccato proprio a lui, Carlo Conti, che ebbe il coraggio di avviare quel l'attesissimo processo di svecchiamento, nel 2015, riprendere in mano il timone di un Festival ormai modificato, di tutti e per tutti, che ha saputo attrarre a sé le nuovissime generazioni, fruitori finali di quell'industria musicale che passa soprattutto dalla rete e sui social network; ed è proprio sulla rete che è nata la vera discussione su questo Sanremo e l’inevitabile confronto tra Amadeus e Carlo Conti.
Ora che è finito il Festival di Sanremo, possiamo finalmente tirare le somme.
Il Festival della canzone italiana, che fino dalla sua nascita, nel lontano 1951, ha offerto una importantissima vetrina alla musica leggera italiana, ha saputo negli anni adattarsi alle evoluzioni sociali e musicali del nostro paese, regalando all’Italia e al mondo intero pezzi unici, di inestimabile valore artistico, sempre nel rispetto delle tradizioni e del bel canto, che ad oggi sono uno dei nostri biglietti da visita in tutto il mondo.
Si perché proprio la tradizione e il bel canto, il festival non dovrebbe mai perdere di vista.
La memoria e le testimonianze da trasmettere alle generazioni future non dovrebbero mai essere perse di vista, specialmente nell'organizzazione di un festival che rappresenta uno dei principali eventi mediatici italiani. L’innovazione, introduce nuove modalità creative, fondamentalmente è un creare un cambiamento positivo dello stato delle cose già esistenti, ma come si può creare il nuovo, se non ci conosce ciò che già esiste, e soprattutto come si concilia l’esigenza di arrivare ad ogni forma di pubblico che segue il Festival di Sanremo?
Forse Carlo Conti, in questa edizione, ci è riuscito. Mettere in competizione 29 artisti, di ogni natura e soprattutto di ogni genere, credo proprio sia la vera carta vincente del festival. In cinque serate abbiamo ascoltato una varietà di brani che spaziavano tra diversi generi musicali e tematiche, offrendo un panorama ricco e diversificato della musica italiana contemporanea (dal Pop al Pop-Rock, passando per il Rap, l’Hip-Hop, alla sperimentazione) garantendo al pubblico un’esperienza musicale coinvolgente e riflessiva, senza dimenticarsi di offrire anche quel pizzico di tradizione del bel canto all’italiana, che nel festival di Sanremo non deve mai mancare.
C’è chi ha definito questa edizione "ingessata", e forse lo è stata. Sicuramente è mancato quel brivido, quella imprevedibilità e quello show, tanto voluto da Amadeus, ma di certo non sono venuti meno una regia televisiva impeccabile e un disegno luci da oscar a coronamento di bellissime canzoni.
Carlo Conti nel riprendere in mano il festival ha saputo trovare il giusto equilibrio tra tradizione e innovazione, riportando Sanremo alla sua vera natura, regalando al pubblico e ad ogni gusto musicale, la giusta ed equilibrata vetrina. Ne è dimostrazione il vincitore della categoria Nuove Proposte, Settembre, che con un pezzo di straordinaria bellezza, racchiude in sé tutte quelle caratteristiche della canzone italiana contemporanea, accontentando ogni fascia d'età ed ogni gusto musicale, ma ancor di più il podio di sabato sera, che vede al primo posto Olly, con la sua canzone “Balorda Nostalgia”, il vero compromesso tra tradizione, innovazione, bel canto e musica contemporanea.
Allora, c’è da chiedersi, di fronte ad un Sanremo, così seguito dalle nuove generazioni, se questo mix di tradizione ed innovazione è realmente la giusta impostazione del festival, o bisogna ritornare ad un format esclusivamente innovativo di Amadeus; ma se il vero giudice del Festival, il pubblico, ha deciso di premiare, Settembre, Olly, ma anche lo stesso Carlo Conti, forse gli italiani non vogliono proprio dimenticarsi delle proprie tradizioni, ma con quel cambiamento positivo dello stato delle cose che si chiama innovazione.