Chiedo la consueta, generosa ospitalità a torresette.news per due proposte all’amministrazione comunale, che legano assieme diritti dei vivi meno fortunati e di quelli che lo sono stati e rimangono tali nel nostro cuore, come ispiratori delle nostre scelte e dei migliori fra i comportamenti che teniamo quotidianamente.

Sono giorni di freddo estremo. In questi casi, le amministrazioni comunali delle grandi città prendono in genere accordi con le Ferrovie dello Stato per tenere aperte di notte ai senza dimora le stazioni della metropolitana, dove esse esistono e per motivi analoghi si spalancano anche le porte delle chiese.

Da noi stazioni di treni sotterranei non ce ne sono, ma un’ordinanza sindacale potrebbe disporre l’apertura notturna (per collocarvi sacchi a pelo e soccorrere chi ne necessita con cibo, thermos di bevande calde e coperte, anche a cura di volontari) degli edifici delle stazioni di Torre Centrale e Torre Città (di fianco c’è la benemerita mensa “don Pietro Ottena”, già ospitata in locali contigui alla “Parrocchiella”) e della Circumvesuviana a via Boselli. Del resto, l’EAV ha comunicato su Facebook che in queste ore farà lo stesso a Napoli per la stazione Stadio Maradona/ Mostra d’Oltremare a Fuorigrotta.

Questa è l’occasione per dare (più largamente) corpo a un’idea che ho nel tempo suggerita agli amministratori pubblici che mi accadeva di conoscere: destinare locali di un bene confiscato alla camorra a dormitorio pubblico attrezzato con letti, bagni con doccia, un servizio gratuito di lavatrici per i panni.

L'assenza di una sala mortuaria nel cimitero oplontino

Veniamo ora a chi ci ha preceduto nel tempo. Per la fase successiva al trapasso, sempre più si diffondono oggi sale funerarie dove potere porgere l’estremo saluto al defunto. Si tratta di strutture private, concesse dunque in uso a pagamento, perché nulla sfugge davvero al mercato.

Nel cimitero di Torre Annunziata manca invece una “sala del congedo” pubblica per chi – di religione diversa da quella cattolica o non praticante alcun culto – possa ricevere l’omaggio e una commemorazione da quanti hanno avuto rapporti con chi ha lasciato questo mondo e intendano farlo senza che venga celebrato un funerale di rito cattolico, come ad esempio nella cappella lì eretta o altrove.

Pensare al modo di soccorrere la vita dei più fragili socialmente e a come prendere congedo da chi ci ha lasciato rispettando la sensibilità personale degli uni e degli altri ha un denominatore comune nel sentimento di solidarietà e nella cura della dignità altrui e perciò ci permettiamo di ricordarlo a chi può assumere decisioni in proposito. Farebbe opere meritorie e davvero con poca spesa.

(Foto Anteprima24.it)