A cura della Redazione

A Giovanni Taranto il premio del “Vesuvius Film Festival” per la letteratura: i romanzi della prima trilogia delle indagini del Capitano Mariani, pubblicati da Avagliano Editore, sono stati giudicati i più altamente “sceneggiabili” degli ultimi anni nel panorama nazionale.

Sabato 14 dicembre, nel corso della serata conclusiva della quinta edizione della kermesse organizzata e presieduta da Giovanna D’Amodio, l’assegnazione del prestigioso riconoscimento al giornalista e scrittore di Torre Annunziata che per quarant’anni ha scavato fra i misteri del crimine come “nerista” e poi direttore di testate giornalistiche e TV.

Giovanni Taranto – si legge nella motivazione ufficiale - con le indagini del Capitano Mariani, ha saputo creare il ponte ideale fra letteratura e fiction. I romanzi della prima trilogia, assurti a grande successo in Italia, e apprezzati nelle grandi biblioteche universitarie oltreoceano, sono il perfetto esempio di come la realtà investigativa e del “crime”, attraverso una scrittura godibile ma profonda, sia pronta a trasformarsi automaticamente in sceneggiatura. Così la pagina si proietta verso lo schermo”.

Significativa coincidenza, poi, che la consegna del premio sia avvenuta al teatro Di Costanzo-Mattiello di Pompei, a pochi passi dalla piazza del Santuario, dover sono ambientate le vicende clou del più recente dei romanzi di Taranto, “Mala fede”, incentrato su una fitta e intricata trama che vede intrecciarsi la presenza sul territorio vesuviano di sette sataniche, camorra, delitti, inspiegabili sparizioni di opere d’arte sacra, intervento del Vaticano e clamorosi furti di diamanti.

Un giallo in cui - come sempre nelle opere dello scrittore oplontino – tutto è reale e viene dalla cronaca, a parte l’evento centrale della trama principale.  E, in questo caso, reali e documentate sono anche la ricostruzione della vera storia dell’edificazione del Santuario Mariano, e quella del suo fondatore, Bartolo Longo, oggi Beato avviato alla santificazione, ma in realtà partito dalla tormentata storia di spiritista e sacerdote satanista. Con questo ennesimo premio i gialli ambientati nel Vesuviano dal giornalista torrese compiono un fondamentale passo verso la possibile trasformazione in fiction.

«I riconoscimenti fanno sempre piacere – sostiene Giovanni Taranto – ma la cosa che sta emergendo, nell’ambito delle critiche letterarie e cinematografiche, è che i miei scritti si prestano particolarmente alla sceneggiatura di fiction. Dai contatti intercorsi con diverse case di produzione, il materiale viene considerato molto interessante. Le vicende del capitano Mariani, essendo seriali, potrebbero essere utilizzate nella trasposizione sul piccolo schermo più che al cinema. Noi speriamo che il capitano possa entrare in TV. Arrivare ad un pubblico più vasto significa trattare sempre più i grandi temi della lotta alla criminalità, dell’affermazione della legalità, della giustizia e di come operano le forze dell’ordine realmente. E non come si vede spesso, soprattutto in TV, dove esigenze di trasposizione finiscono per sacrificare l’effettiva realtà del lavoro delle stesse forze dell’ordine e dei magistrati».

“La fiamma spezzata”, “Requiem sull’ottava nota” e “Mala fede”, oltre ad essersi aggiudicati il premio del Vesuvius Film Festival, avevano già conquistato il premio nazionale del giallo 2024 al Festival del Giallo di Napoli, il Premio nazionale Meridies per la letteratura e il premio Aghinolfi per la letteratura. Inoltre erano arrivati in Senato come esempio di genere letterario in grado di affrontare adeguatamente i temi della legalità e della lotta al crimine, nonché all’istituto penale minorile di Nisida per un progetto di lettura sul tema del reclutamento dei minorenni da parte dei clan. Per il loro valore sociale e letterario, inoltre, sono stati acquisiti nelle biblioteche universitarie statunitensi di Harvard e Princeton.