Siamo ormai al conto alla rovescia: pochi giorni ancora e a fine mese aprirà il Maximall Pompeii. Siccome via Plinio è tutta nel territorio torrese, nonostante che la sua denominazione onori lo scienziato morto nell’eruzione del Vesuvio nel 79 dopo Cristo, sarebbe stato meglio dedicare il nuovo megacentro commerciale ― sorto sui terreni in cui c’era una volta l’Italtubi ― anche a Oplonti (anche se va detto che Maximall Oplonti già esiste), ma - benché il nostro toponimo sia ormai anch’esso conosciuto internazionalmente - è comprensibile che il nome dell’antica città morta attiri di più.

Si tratta praticamente di una città del commercio, ma anche del turismo e dell’animazione culturale, contenendo un albergo, sale cinematografiche e spazi per il teatro, oltre che di un luogo in cui incontrarsi per rinnovare la socialità. Una volta ci si incontrava (specialmente la domenica) in piazza, dopo la messa per chi c’era andato ― la secolarizzazione non aveva ancora fatto passi da gigante ― e si faceva lo “struscio” per il corso, finendo per comprare le pastarelle. Altri tempi (che ho fatto in tempo a vivere), da molto i centri commerciali e le comunicazioni virtuali hanno sostituito i precedenti luoghi di aggregazione comunitaria.

Senza inutili nostalgie, si pongono alcune questioni. Come inciderà sulla mobilità, sul traffico veicolare e pedonale questo mega attrattore? Data la novità e l’avvicinarsi del Natale, una prima verifica su questo la vedremo presto.

C’è da aspettarsi che l’orientamento a valorizzare Torre Nord come centro degli uffici e delle attività cittadine si inverta. A Torre si arriverà ora non solo dal casello vicino al Tribunale e al campo sportivo e da quello di Torre Scavi, fondamentale per il turismo interessato alla cultura, ma anche da quello inaugurato proprio in vista dell’apertura del Maximall. Un paradosso sul quale però ricostruire il futuro: tre caselli dell’autostrada per una città che nel tempo ha perso smalto e numero di residenti e l’importanza economica che ha avuto in epoche migliori.

Quale beneficio, una volta data una regola all’incremento del traffico (occorreranno strade ben tenute, vigili urbani, semafori, mentre una rotonda e svincoli sono stati già costruiti) ne trarrà in particolare il quartiere?

Torre Annunziata centrale si è nel tempo impoverita di funzioni civili, anche se negli ultimi anni la sede del Comune è stata collocata qui per contrastare la tendenza, con negozi chiusi e crisi delle attività commerciali, nonostante la presenza della stazione ferroviaria e di istituti scolastici, e si spera al più presto del costruendo museo virtuale Archeo Oplonti, nell’ex scuola elementare di piazza Monsignor Orlando.

Esiste anche il grave problema della riqualificazione di palazzo Fienga e quello del recupero da non rimandare più (ormai i fondi europei aiutano, occorrono progetti, obiettivi e fermezza realizzatrice) del quartiere delle carceri e dell’area dello scoppio dei carri nel dopoguerra, ormai ottant’anni fa.

Se non si vuole ammazzare definitivamente questa parte della città, occorrerà un’opera intelligente dell’amministrazione, affiancata dalle associazioni rappresentative dei commercianti, che dovrebbero fare “pedagogia” nei confronti degli interessi che rappresentano.

I taxi multipli dovrebbero inserire nel loro percorso urbano anche la destinazione da e per Maximall, mantenendo invariato il costo del ticket. Il commercio minuto potrà sopravvivere solo inventando offerte di prodotti e servizi che la grande distribuzione non fornisce, per esempio distribuendo la spesa a domicilio per chi lo voglia, anche se diversi commercianti già lo fanno.

Ci vorranno insomma fantasia e spirito di inventiva, immaginando una trasformazione urbana.

Chi scrive è solo un cittadino che ama Torre, essendoci nato e vivendoci, non un artigiano, un negoziante, un urbanista. Vogliamo aprire su questo tema una grande discussione collettiva, tra altri cittadini comuni che prospettano esigenze e con chi è in possesso delle competenze idonee per intervenire? A me questo sembra urgente.