In questi giorni c’è stato il cambio al vertice dello Spolettificio di Torre Annunziata. Il comandante, col. Vincenzo Bello, dopo tre anni alla direzione dello storico stabilimento torrese lascia il posto al col. Domenico Lando.
Ho prestato servizio per oltre 40 anni in questa realtà lavorativa che negli anni ’80 dava lavoro ad oltre 500 dipendenti. Oggi, purtroppo, ne sono rimasti in pochi, meno di una quarantina, di cui una decina di “comandati”, sei militari, quattro carabinieri e il restante personale civile (a breve altri sei lavoratori andranno in pensione). Ma la cosa che più dispiace è che per lo stabilimento militare c’è un futuro molto nebuloso.
La Regia Polveriera del 1652 ed il declino del 2024
Lo Spolettificio di Torre Annunziata trae origine dalla Fabbrica di polvere di cannone o Regia Polveriera, costruita nella località vesuviana nel 1652 e trasferita dal capoluogo partenopeo, visto il timore di ripetizione dei disordini napoletani di cinque anni prima ad opera di Masaniello. Due anni dopo, lo stabilimento divenne Real Polveriera, contribuendo in modo deciso alla produzione del principale componente da sparo, avvantaggiandosi della presenza del Canale Conte di Sarno, sbocco idrico artificiale già attivo per l’alimentazione dei mulini torresi.
Ebbene dopo circa quattro secoli, nel giro di qualche anno, potrebbe scomparire una realtà storica che ha dato lavoro, nel corso di secoli, a decine di migliaia di cittadini torresi e non.
Molti sicuramente tireranno un sospiro, visto che un’area di 80mila metri quadrati potrebbe essere restituita alla città. Ma se la politica avesse salvaguardato i livelli occupazionali dello stabilimento (prima realtà a Torre Annunziata in termini di impiego di personale al pari della Novartis), mantenendo la storica produzione di bombe a mano o innovandola alle esigenze attuali, ora avremmo continuato a garantire un lavoro a 500 giovani del nostro territorio!
I progetti sulla Real Fabbrica d’Armi
Sullo Spolettificio c’è, almeno sulla carta, più di un progetto: un sistema museale (locali adiacenti al secondo cortile della Real Fabbrica d’Armi: 8.410 metri quadrati coperti e 10.274 scoperti), per un finanziamento di 13 milioni e 815mila euro; gli uffici e gli alloggi del Comando Gruppo Carabinieri, che da piazza De Nicola si trasferirebbero negli ex alloggi ufficiali della Real Fabbrica d’Armi, in un’area di 9.600 mq quadrati di superficie coperta e di 6.450 mq scoperta. Stanziato per l’occorrenza un finanziamento di 33milioni e 680mila euro.
Da quantificare, infine, il costo per la riqualificazione del sottopasso che collega corso Garibaldi con via Eolo (605 mq), che è stato ceduto dal Ministero della Difesa al Comune di Torre Annunziata.
In sostanza si tratta di un intervento di riuso della Real Fabbrica d’Armi, un complesso immobiliare che è patrimonio storico-artistico del nostro Paese. L’accordo è alla base del protocollo d’intesa firmato tra il ministro della Difesa Guido Crosetto, l’ex ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, il direttore dell’Agenzia del Demanio Alessandro Dal Verme, e il comune di Torre Annunziata, rappresentato all’epoca dal Prefetto Enrico Caterino. Firmato il protocollo, ora bisognerebbe passare ai fatti concreti, ovvero tramutare le cifre riportate nel documento in risorse spendibili per progetti esecutivi e la loro cantierabilità. Si spera che ciò avvenga in tempi medio-brevi perché Torre Annunziata ha un enorme bisogno di investimenti pubblici mirati a riqualificare la città affinché si possa risollevare economicamente e socialmente.
Ma cosa ne sarebbe della parte industriale dello Spolettificio che, tranne la palazzina della direzione, è composta solo da capannoni e da un’ampia area destinata al verde? La parte confinante con via Sepolcri è stata ceduta al Ministero della Cultura per il proseguimento degli scavi archeologici. Per la restante parte, invece, è ancora tutto un work in progress.
Provolera, un quartiere con una grande voglia di riscatto
Dal futuro dello Spolettificio dipende in gran parte il destino della Provolera, un quartiere che ha una grande voglia di uscire dal degrado e che ultimamente, anche attraverso iniziative messe in campo da volontari e dagli stessi abitanti, ha manifestato chiari segnali di ripresa che vanno sicuramente incoraggiati.
Sono d’accordo con l’amico, prof. Salvatore Prisco (suo un editoriale del 21 settembre scorso): sull'intera Provolera occorre tenere alta l'attenzione e avanzare proposte credibili per l’intera area del quartiere.
Nell’aprile del 2019 fu firmato il protocollo di intesa tra Comune di Torre Annunziata, l’Associazione Naplest et Pompei, l’Unione Industriali di Napoli e l’Associazione Costruttori di Napoli (Acen) sulla rigenerazione urbana del Comune oplontino, a cominciare dal rinnovamento del waterfront e delle aree retroportuali, che venivano ripensate in modo da tenere insieme funzioni miste di tipo industriale/cantieristico, ludiche e turistico-ricettive. In tale progetto lo Spolettificio e il quartiere Provolera hanno un ruolo centrale.
A consegnare il concept, elaborato da Josep Acebillo, urbanista di fama mondiale, nelle mani del sindaco Vincenzo Ascione fu la presidente dell’Associazione Naplest et Pompei, Marilù Faraone Mennella, originaria di Torre Annunziata. Quindi non partiamo dall’anno zero. Il difficile sarà reperire fondi.
La presidente del PPE Roberta Metsola, al congresso del partito a Napoli, ha detto che la città partenopea deve restare al centro dell'interesse europeo, per il suo ruolo nel Mediterraneo (del resto lei è maltese). L’ex premier Mario Draghi ha affermato che l'UE dovrebbe investire molti nuovi fondi ogni anno per parecchi anni. Ebbene, come suggerisce il prof. Prisco, se c’è un progetto credibile di risanamento in partnership pubblico-privata, si potrebbe - quando si presenterà l'occasione - coglierla prontamente e attrarre capitali sull'area.
Un’amministrazione attenta, con i riferimenti giusti sovracomunali, deve proseguire su questa strada laddove se ne presenti l’opportunità. E’ un dovere verso quei cittadini da troppo anni abbandonati al loro amaro destino